sabato 11 febbraio 2006

Gaza

Lungi da me pensare di dire cose importanti su un argomento complesso come il problema Israele-Palestina, ma volevo raccontare un ricordo.

Anni fa, per lavoro, ero in Israele, e una delle aree dove si vendono i nostri prodotti è proprio quella degli "insediamenti" (per gli Israeliani) o"territori occupati" per i Palestinesi.
Per andare a destinazione facemmo un giro largo perchè il cliente ci disse che era pericoloso passare per Gaza, ti tiravano le pietre e a volte sparavano (tranquillizzante vero?).

Arrivammo e cercai di gardarmi attorno e capire.
L'area era in mezzo al deserto e alle dune, nessun altro paese visibile, circondata da alte recinzioni con torrette di guardia. Un pezzo di recinzione fungeva da cancello, di giorno veniva aperta, uscivano le ruspe che andavano a spianare un pò di dune, poi piantavano la recinzione qualche centinaio di metri più in là e quando tutto era pronto si procedeva all'allargamento per poi iniziare la costruzione degli edifici.

All'interno c'era una comunità autosufficente con negozi, scuola, chiesa ecc. Le case per buona parte avevano attorno un piccolo giardino verde e c'erano abbastanza alberi (ricordando che si era pur sempre nel deserto).
Il business era principalmente la coltivazione. C'erano serre gigantesche dove, nella sabbia, crescevano le "primizie"che noi ci mangiamo. Per farle crescere c'era un sistema di irrigazione goccia a goccia e faceva impressione vedere le piante di pomodoro piantate nella sabbia col tubicino tipo flebo che le alimentava.
Una delle cose capite fu il perchè spesso le primizie non sanno di niente!

I lavoratori per la parte "operaia" erano quasi tutti palestinesi o arabi di altre nazioni che venivano lì a fare la campagna.

Tutti i coloni erano armati di giganteschi revolver infilati nei pantaloni e c'era un servizio armato abbastanza invasivo. Si vedevano anche molti fucili.

Mi fece molto impressione vedere come queste persone (molti credo fossero ex-emigranti rientrati) erano impegnati a strappare parti di deserto e crearci le loro serre per darsi un business.
Per contro (a costo di apparire razzista) devo dire che la mia esperienza di paesi arabi è fatta in molti casi di uomini seduti nella polvere a fumare con donne (e a volte bambini) che fanno qualche lavoretto, certo con un atteggiamento e una luce negli occhi lontani anni luce da quelli di quei coloni.
Adesso che molti insediamenti sono stati restituiti immagino le facce di quella gente, che aveva strappato al deserto (quello che ho visto io era proprio deserto, senza insediamenti palestinesi vicino) un pezzo di terra, ci aveva costruito la casa, le serre e l'ha dovuto abbandonare.
E vedere il tutto distrutto dalle ruspe, ma col mio razzismo dico che sarebbero bastati pochi anni di gestione Palestinese per ottenere lo stesso risultato.
Chi ha visitato paesi arabi fuori dalle grandi città capisce cosa intendo, visti i livelli di manutenzione.


Tra l'altro a Tel Aviv mangiai in un ristorante dove circa un mese dopo scoppiò una bomba.

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