mercoledì 8 febbraio 2006

Trasporto pubblico urbano

Per una serie di ragioni in una fase della mia attività mi sono trovato ad occuparmi di trasporto pubblico urbano.
Da imprenditore privato mi ero fatto una serie di idee. Tutto sbagliato.
Chi vive in provincia come me ha nella mente l'immagine di decine e decine di bus che viaggiano vuoti. Uno arriva e dice "che spreco far viaggiare i pullman vuoti". Errore!

Il sistema del trasporto pubblico è basato su convenzioni (adesso in Lombardia assegnato con gara) per le quali l'azienda di trasporto garantisce un certo numero di corse e di chilometri, e la Regione (noi tutti) paga.
L'incasso dei biglietti costituisce una quota ridicola 10/20% del fatturato. il resto sono soldi della Regione e dei Comuni.
Non solo, se una linea diventa obsoleta (tipo che serve una fabbrica oggi chiusa) non è possibile eliminarla o non fare la corsa, fa parte del contratto, si continua a fare il servizio e tutti paghiamo.
L'unica azienda che probabilmente ha un buon incasso sui biglietti è ATM Milano (3 milioni di passeggeri al giorno) e qualche altra grande città.
Le altre vivono tutte di sovvenzioni pubbliche.
In molti casi sull'urbano gli studenti viaggiano gratis e i Comuni integrano i contributi regionali.

Il problema per queste aziende è organizzativo. Negli orari di punta (entrata ed uscita delle scuole) occorrono moltissimi mezzi ed autisti, che lavorano 1 o 2 ore al massimo per turno.
L'orario ideale per un autista sarebbe tipo 6.30/8.30 12/14.00 18.00/20.00 per per un totale di 6 ore per 6 giorni alla settimana. Inutile dire che è impossibile applicarlo, quindi tutte queste aziende sono stracariche di personale che porta in giro pullman vuoti pagati, al solito, anche da chi non ha mai utilizzato il servizio.

Tanto per intenderci in Lombardia se leggo bene il bilancio del 2004 per la voce trasporto su strada si spende lo scherzetto di 965.369.770,73 Euro.

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