Dicevo qualche giorno fa che la ripresa è tutt'altro che consolidata.
Oggi escono due dati che sono apparentemente contrastanti: cala la fiducia delle imprese e contemporaneamente aumenta la produzione industriale.
Il contrasto nella mia testa si spiega così: c'è un andamento in rallentamento degli ordini, quindi si produce di più ma una parte di questa produzione si è trasformata non in vendite ma in scorte.
Quindi più produzione ma meno contenti per i magazzini che crescono.
A breve l'insieme indebitamento delle famiglie in aumento (credito al consumo che cresce alla grande), tassi in aumento, tasse in aumento (visto che botta le locali?) non è certo un segnale che porta ottimismo.
L'impressione da quello che leggo è che vada bene il settore beni di investimento (un componente importante viene dalle aziende che ricominciano ad investire) e così e così il settore beni di consumo.
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4 commenti:
Mi permetto di aggiungere che sopra a tasse e tassi in aumento (conditi dal credito al consumo, fenomeno perverso in certe dimensioni) aleggia, fosca, la nuvola dei mutui casa.
Cosa succederà, ad esempio, se in una certa zona, vuoi perchè un'azienda li operante chiude, vuoi per i "cattivi consigli" della banche che in quell'area lavorano, vuoi per altre casualità, un buon numero di debitori si ritrovasse in default?
Andiamo la si smetta di lamentarsi.
Se un'imprenditore è incapace e/o i dipendenti e collaboratori senza voglia di lavorare la loro barca non la salva nessuno.
Neanche se fossero liberi di non pagare tasse, contributi, con flessibilità spinta, bassi/alti salari, incentivi e finanziamenti a fondo perduto.
Suvvia si ammetta che tutti vorrebbero intascare e non pagare un euro.
Ci fu solo LUI che disse Lazzaro alzati e cammina.
E basta ci si rimbocchi le maniche, ci si metta assieme - praticamente impossibile in Italia - e ci si dia da fare.
@ FB
Certo nell'indebitamento includevo i mutui. Oggi parte preponderante dell'indebitamento delle famiglia
@ anonimo
Commento dei dati.
Dov'è che mi sono lamentato?
"L'impressione da quello che leggo è che vada bene il settore beni di investimento (un componente importante viene dalle aziende che ricominciano ad investire) e così e così il settore beni di consumo."
logico, in un paese che invecchia e dove i trentenni non hanno da spendere.quanto ai mutui casa : alle banche non converrebbe sequestrare le case e rivenderle , perchè farebbe calare i prezzi , assurdamente inflazionati. non è un caso che tute le banche stiano proponendo mutui di rifinanziamento, magari a 35-40 anni.
quanto alla questione "fiducia delle imprese". i consumi interni sono quelli che sono, fiacchi poco innovativi e basati sul credito al consumo. l'export italiano ha come principale mercato la germania, e la germania sta vivendo un buon momento. questo ha portato alla "ripresa" (ma il 2 % di incremento del pil è ripresa?) di quest'ultimo anno. siccome ormai tutti hanno capito che i dati macroeconomici mondiali sono il preludio di una crisi , gli imprenditori sanno che esporteranno meno . a magazzini pieni e con poci ordini si mandano a casa gli interinali e si chiede la cassa integrazione, e fino a gennaio prossimo si tira avanti.
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