domenica 13 novembre 2005

Export & piccola industria

Per le PMI si fa un gran parlare di globalizzazione, di aggressione dei mercati, di export.
Bla bla bla bla, a parole tutti d’accordo, come se i piccoli imprenditori fossero degli incapaci perché non lo fanno.
Esportare è la parola d’ordine da parecchi anni. E ci sono moltissime aziende che esportano anche molto.
Ma se poi andiamo a vedere i mercati di sbocco dei prodotti Italiani vediamo che se togliamo Germania Francia USA resta poco poco.
Deluderò molti ma se ragioniamo in termini di globalizzazione secondo me vendere nella UE non è da considerarsi del tutto export.

Ragionare in termini di mercato mondiale significa darsi come orizzonte il mondo, non la UE.
Ma non è facile. Anzi, è difficilissimo.
Per noi ormai appartiene al DNA aziendale ma spesso, parlando con i colleghi, mi rendo conto che cose che sono per noi facili per molti sembrano montagne insormontabili.

Di base occorre qualcuno che viaggi. Sembrerà strano, ma non ci sono molti altri modi per crearsi in modo stabile dei mercati che andarci. Per entrare in un mercato in modo stabile occorre capire come funziona, e agire di conseguenza. E all’inizio l’investimento è alto e dai ritorni incerti. E poi occorre tornarci spesso.

Occorre un ufficio attrezzato per esportare: qualcuno che sappia le lingue, che sappia organizzare un trasporto internazionale, che conosca i sistemi di pagamento, software multilingua, magari multivaluta. Tutte cose non sempre disponibili.

Occorre avere una cultura aperta e conoscere i differenti modi di comportamento e di business.
Se un arabo cerca di baciarti non è perché ti ama (e non ti sottrarre), se un indiano ciondola la testa che da noi potrebbe sembrare “no” ti ascolta e vuol dire “si”, se un giapponese non ti risponde ti sta dicendo no, se un arabo non lo fai contrattare non si diverte e non crede di avere un buon prezzo, se con uno svizzero ti metti a contrattare più di tanto non funziona e mille altri esempi.

Insomma, non è facile. E sicuramente non si può pensare di esportare affidandosi a ICE o simili, che danno un supporto generale, d’immagine (e troppo spesso neppure quello) ma non possono certo trovarti un importatore.

E ultimo ma primo problema, il prodotto deve essere esportabile, studiato per il mercato mondiale.

Insomma se parliamo di UE nella maggior parte dei casi non è un problema, ma il mercato globale è un altro e l’arena è competitiva, affollata di gladiatori (molti enormi e potenti) e lasciarci del sangue è molto facile.

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