Tra un settantunenne pluricondannato e un quarantatreenne che ha dato prova di "creare valore" per gli azionisti in un paese normale ci sarebbero problemi di scelta?
Non ci sono neppure in Italia. Solo che probabilmente la scelta è il primo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
Domanda da totale ousider in materia.
Geronzi mi pare l'unico non-prodiano (almeno non esplicitamente) del panorama grandi banche in Italia. Di Arpe si può dire la stessa cosa?
Perchè, a naso, questa particolarità mi pare una caratteristica essenziale visti i (grandi) giochi in corso.
Guarda, personalmente mi interessano fino ad un certo punto le appartenenze politiche dei megamanager in una situazione di questo tipo.
Intanto a certi livelli la politica è un taxi che ti porta da un posto all'altro.
Ma che Geronzi con tutte le cose che ha in ballo sia così inamovibile fa pensare che abbia un bell'armadio pieno di scheletri (di altri). Hai presente in quanti crocevia si trovato?
E allora sacrifichiamo uno che nel bene o nel male ha cercato di dare un'impronta manageriale per i soliti giochetti.
Poi ci si lamenta delle fuga di cervelli?
ANSA delle 17.07: Matteo Arpe resta. E il titolo balza in su, in borsa, nonappena arrivata la notizia.
Tutti contenti, sembra.
Comunque: quella su Capitalia è una bella lotta. Europea. Ci entra tutto, dalle Generali a Mediaset. Interessante.
Posta un commento