mercoledì 8 marzo 2006

Cina

Con colpevole ritardo ho letto (e a momenti mi scappa) l'ottimo
articolo di Carlo Mammola su Corriere Economia di Lunedì. Leggetelo!
L'articolo delinea perfettamente la linea perseguita dal Partito per la crescita economica.

La nostra azienda andò la prima volta in Cina appena si riaprì, credo fosse il 1986 (quando dico che teniamo gli occhi aperti non lo scherzo).
Erano interessatissimi ai nostri prodotti, e noi al mercato (interno) cinese. Ma alla proposta di fare una fabbrica là che ci avrebbe pagato i diritti industriali in prodotti (che noi avremmo poi dovuto distribuirgli nel mondo) il nostro pensiero fu: siamo mica scemi.

Si sono messi a farlo da soli, per fortuna la loro tecnologia meccanica è ancora altalenante, e la cosa che gli riesce meglio sonole copie al 100% indistinguibili (cambia solo il logo)

Oggi il nostro prodotto è protetto, se voglio esportare lo devo "omologare" e per farlo dovrei fornire a un ente certificatore i disegni costruttivi e le tecnologie produttive usate perchè loro vogliono la certezza che sapremo garantire la qualità e la continuità della stessa secondo i sofisticati standard cinesi ;-)
Non è che invecchiando sono diventato più scemo, quindi me ne guardo bene. Ma intanto loro vivono nel mercato protetto.

Per la cronaca quello dell'omologazione è un metodo usato da moltissimi paesi per proteggersi, UE ed in particolare Italia escluse, naturalmente. Tranne che per alcuni prodotti tipo Auto.

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