venerdì 17 marzo 2006

Senza rete

Non so chi di voi ha esperienza approfondita di attività "pubblica" che comporta spesso il comunicare.

Guardando i telegiornali e leggendo i giornali, sulla sfida TV Prodi / Berlusconi ho l'impressione che il secondo sia stato portato su un terreno non suo.
In pratica che il non potersi portare appunti ecc. e dover improvvisare l'abbia reso confuso e quindi sia andato in palla. Il voler snocciolare cifre non aiuta sicuramente.

Ma perchè è andato in palla?
E' noto che chi fa attività pubblica ha uno o più ghost writer che gli scrivono i discorsi, gli preparano le proposte e le idee.
Per fare un bel discorso di 20 minuti ci vogliono ore, ore che nessuno di quelli che fanno intensa vita pubblica ha e per farlo bene occorre essere professionisti della comunicazione.

Esistono 3 modi principali diparlare in pubblico:
  • a braccio
  • con supporto audiovisivo
  • discorso scritto
Chi parla a braccio o dice sempre le stesse cose (come i politici alle cene adesso in campagna elettorale) adattando solo un poco al contesto il discorso o ha un pò di appunti che gli fanno da traccia e conosce molto bene l'argomento di cui parla.
Parlare bene a braccio richiede molto "mestiere" e viene dopo anni di vita pubblica. Ma non si può fare nei momenti importanti. Quando ad esempio si espone la tesi di un convegno, che va poi data ai partecipanti.
Occorre comunque un intenso lavoro di preparazione mentale sulla scaletta.
Se non sei capace ti incasini e ti perdi ;-)

I supporti audiovisivi sono adatti all'ambito business, meno usati in quello politico, sono utili per fornire dati e contemporaneamente fare da traccia per l'intervento (a volte scritto, più spesso a braccio).

Il discorso scritto sembra più facile, è il più difficile.
Scrivere un discorso è completamente diverso dallo scrivere qualcosa da leggere.
C'è il problema dei tempi, dei toni, deve essere tarato su chi lo va a leggere, deve essere discorsivo e fruibile dai presenti in sala (termini tecnici o no?)
Ci sono poi mille trucchi per quando si leggono i discorsi, il primo che vidi, molti anni fa, con il discorso colorato con gli evidenziatori fu la buonanima di Raul Gardini. Da allora è una tecnica che ho usato spesso (insieme al trucco dei caratteri giganti e le righe ben distanziate).
Bisogna crearsi un codice personale e i colori diversi aiutano a tenere il "ritmo" e i toni adatti al passaggio. Leggere un discorso, infatti, è forse più rischioso per l'abbiocco che un discorso a braccio. Il rischio è il tono monocorde, i ritmi sbagliati, dare l'impressione (ditemi quante volte vi è capitato) che non si sappia cosa si sta dicendo e che sia la prima volta che viene letto anche dal relatore.
Quando si va ai convegni di Confindustri in provincia non vi dico: discorso scritto dal funzionario in confindustreiese senza professionalità unito a Presidente non abituato a parlare in pubblico e magari con forte accento e difficoltà di lettura, voglia di metterci dentro 2000 cose... un disastro!

Vabbè come spesso mi capita ho divagato.
Torniamo a Berlusconi, l'impressione che ho avuto è che abbia sbagliato completamente la strategia di approccio al dibattito, si sia trovato senza appunti, senza i suoi collaboratori e questo l'abbia fregato.

Non dimentichiamo anche che per parlare in pubblico è utile il "riferimento", un collaboratore visibile che sta attento e fa da punto di riferimento visivo per il relatore.

Spero di non avervi annoiato con queste cose imparate "sul campo" c'è poi gente molto più brava e qualificata di me in giro se volete approfondire. E fatelo se dovete parlare in pubblico (che vuol dire anche presentare un progetto in azienda o a una banca).

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