domenica 23 luglio 2006

Barboni!

Ho trovato un interessante post circa le farmacie su iriospark: "Italia e Francia sono gli unici paesi dell'UE in cui i prodotti OTC sono venduti in farmacia e costituiscono l'8% delle vendite."

Come pensavo non è certo con i farmaci da banco che le farmacie fanno i soldi.
E una quota di fatturato la manterranno di sicuro.
E si stracciano le vesti per qualche punto percentuale di fatturato?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non vorrei essere banale ma credo che la serrata sia perchè i farmacisti hanno paura di veder crollare i prezzi delle farmacie (milioni di euro anzi parecchi)se vuoi comprare una farmacia devi essere multimilionario o farti un debito iperbolico e se tirano questi venti chi si azzarda a fare certi investimenti. spero cmq che il governo ci vada pesante, è vergognoso vedere uno che guadagna milioni senza rischio di impresa, senza lavorare il tutto alle ns. spalle.

Anonimo ha detto...

I privilegi dei farmacisti sono roba da corporazioni delle arti e dei mestieri medievali. Ovunque nel mondo la pastiglia per il mal di testa te la puoi comprare al supermercato. Così deve essere anche da noi. Punto e basta. Questi sono arrivati a tirar giù le serrande. Roba che Ippocrate si rivolta nella tomba...

Anonimo ha detto...

Ecco i veri motivi della protesta:
FARMACI: DL BERSANI CANCELLA I PRIVILEGI ANTICONCORRENZIALI/SCHEDA =
8100 FARMACISTI CONTROLLANO 34% INGROSSO

Roma, 19 lug. - (Adnkronos) - Il decreto sulle liberalizzazioni
varato dal Governo cancella di fatto i privilegi e le rendite di
natura anticoncorrenziale dei farmacisti che oggi hanno abbassato le
saracinesche in segno di protesta.

Tra i privilegi che il decreto Bersani intende fare scomparire
c'e' l'assicurazione al figlio del farmacista di detenere la
titolarita' della farmacia in caso di morte del padre, ma anche il
privilegio esclusivo delle farmacie di essere gli unici esercizi
commerciali legittimati a vendere i medicinali da banco, insieme a
cosmetici, scarpe, giocattoli e alimenti per neonati. Il decreto, che
ha provocato le reazioni dei farmacisti, elimina anche il privilegio
per i 'vecchi' farmacisti, e cioe' coloro che gestivano farmacie prima
del 1991, di essere gli unici cui la legge concede la facolta' di
costituire societa' di persone e societa' cooperative.

Non manca poi un altro e forse meno conosciuto privilegio che
consiste nel fatto che l'incompatibilita' prevista per legge tra
l'attivita' di grossista e quella di rivenditore, ai farmacisti non si
applica. In base alla giungla di norme che regolano il settore, di
fatto solo ai grossisti non titolari di farmacie e' impedito di
partecipare a societa' di gestione delle farmacie e non il contrario.
Una normativa i cui effetti hanno fatto si' che oltre 8.100
farmacisti, (circa la meta' visto che le farmacie private sono 15.978
e quelle comunali 1.365) controllano 40 societa' di distribuzione
intermedia, cioe' imprese grossiste -societa' per azioni, cooperative,
ecc.- che acquistano prodotti dalle industrie farmaceutiche per poi
rivenderli a tutte le farmacie. La quota di commercio all'ingrosso
controllata direttamente dai farmacisti e' cresciuta nel tempo fino a
raggiungere oggi il 34%, con un volume di affari che viene stimato in 5 miliardi di euro.