giovedì 13 luglio 2006

Quante volte devo pagare?

Per fortuna chi fa il mio lavoro si ammala poco (sgrat, sgrat).

Guadagno bene, per fortuna, e pago molte tasse.
La mia azeinda per fortuna guadagna bene, e paga molta IRAP che finanzia la sanità.

Poi siccome guadagno bene secondo il governo devo pagare di nuovo se uso le strutture della sanità come solidarietà (ma non avevo già pagato le tasse progressive?).

Poi siccome non posso perdere le giornate a correre dietro alle code negli ospedali pubblici vado in quelli privati e pago ancora.

Poi mica vado dal dottore a fa la fila per prendere due medicine se mi servono (ammesso che me le passi l'ASL) e pago ancora.

Poi siccome non si sa mai mi assicuro per problemi grossi (operazioni ecc) e pago ancora.

Ma mi spiegate quante volte devo pagarla questa benedetta sanità?

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo.
La cosa ancora più grave è che lo Stato spende circa 90 miliardi all'anno per la Sanità (pari al 14% della spesa totale), aumentata di circa 20 miliardi dal 2001 al 2004, e spesso quando il cittadino ha bisogno deve rivolgersi al privato (cosa che mi è di nuovo capitata 2 mesi fa per uno strappo muscolare al polpaccio).

Secondo me ci sono 2 strade:
1) viene aumentata l'efficienza
e la produttività della sanità pubblica, diminuendone il costo complessivo.

2) oppure avrebbe più senso pagare meno tasse e usare qui soldi per farsi una assicurazione privata.

Qui trovi i dati:
http://www.menostato.it/fatti_SanitaSSN_SpesaTotale.html

Unknown ha detto...

La sanità è il tipico settore nel quale i vincoli sindacali e burocratici frenano e ingessano l'efficienza.
Perchè in un laboratorio privato gli esami del sangue me li danno in giornata e in ospedale no?
Perchè macchine costose come la TAC nel pubblico lavorano con orari ridicoli e nel privato 12/15 ore?

E soprattutto perchè gli ospedali sono gestiti quasi completamente da medici? Massimo rispetto ma al di là delle questioni tecniche forse ogni tanto un esperto di organizzazione su certe cose sarebbe meglio.

Poi, al fine di non essere equivocato, sono disponibilissimo a pagare una quota importante di solidarietà per pagare la sanità alle persone indigenti, agli anziani ecc, il sistema sanitario come il nostro lo approvo anche se vecchio e sprecone rispetto alla non assistenza USA.
Ma questo non vuol dire che non si debba cercare di migliorare (anche a parità di spesa) i servizi.

E da quel lato i medici che fanno il doppio gioco, cercando i clienti nel pubblico e indirizzandolo al privato non aiutano.
Per questo l'inserimento di manager a gestire la parte organizzativa della sanità sarebbe opportuna.

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo ogni parola del tuo commento.

Il problema di fondo è: quale forza politica si fa portavoce di queste proposte o obiettivi?
Purtroppo, al di la' della retorica, nessuna, nè a destra nè a sinistra.

Il motivo numero 1 è che la sanità è un pozzo di soldi, potere (appalti) e clientele (oltre 700.000 persone) senza fondo, al quale la politica, in modo bipartizan, non vuole rinunciare.
L'opposizione di oggi è il governo di domani (tranne poche regioni in cui non si cambia mai), per cui nessuno vuole cambiare niente per avere una fetta quando sara' al governo.

Delle esigenze dei cittadini, sopratutto i più bisognosi, frega poco o niente.

Ci vorrebbe un partito che avesse questo come obiettivo, che prendesse il 51% dei voti e che modificasse le cose (ovviamente non solo nella sanità).

Fine del sogno, torno alla realtà..

Zener1992 ha detto...

d''accordissimo con te.
anche io avevo scritto qualcosa del genere ma con termini più "popolari" e leggermente alterati: ci veniva chiesto l'aumento dell'acconto IRAP per sanare il debito della sanità.
Ps: l'aumento lo hanno chiesto il 16 giugno e la scadenza era il 20 di giugno.
ma avrai sicuramente seguito il tutto sul Sole di quei giorni.

Anonimo ha detto...

Vorrei rispondere a meno stato+mercato+libertà.

Tu - GIUSTAMENTE - dici

"Il problema di fondo è: quale forza politica si fa portavoce di queste proposte o obiettivi?
Purtroppo, al di la' della retorica, nessuna, nè a destra nè a sinistra.

Il motivo numero 1 è che la sanità è un pozzo di soldi, potere (appalti) e clientele (oltre 700.000 persone) senza fondo, al quale la politica, in modo bipartizan, non vuole rinunciare.
L'opposizione di oggi è il governo di domani (tranne poche regioni in cui non si cambia mai), per cui nessuno vuole cambiare niente per avere una fetta quando sara' al governo.

Delle esigenze dei cittadini, sopratutto i più bisognosi, frega poco o niente."

Bene, hai centrato il problema!

Cioè, in radice, scopo dell'agire politico deve essere il perseguimento del bene comune (col vincolo della legge morale naturale) OPPURE il funzionamento della democrazia/repubblica ?

In altri termini, l'azione politica deve servire, fra l'altro, per garantire alla nazione (se non piace la parola si usi "collettività", ma la realtà non cambia...) un sistema sanitario solidale (cioè che non dimentichi gli unltimi), qualitativamente di alto livello e ragionevolmente efficiente OPPURE deve risolversi nell'applicazione - COSTI QUELLO CHE COSTI - del METODO democratico ?

Perché, vedete, il problema sta tutto qui: la democrazia è metodo, strumento o fine ? Io dico che è UN metodo possibile dell'agire politico, essendo il fine quello a cui accennavo sopra: IL BENE COMUNE DELLA NAZIONE. (Questo, però, non risolve tutti i problemi... perché si tratta di definirlo questo bene comune...)
Viceversa oggi in Italia si è elevato al rango di fine della politica ciò che tale non è: la democrazia, la repubblica, la costituzione, l'unione europea, i parametri di maastricht, ecc. ecc. (ho usato - volutamente - le minuscole!).

Cosa ne pensate?

Anonimo ha detto...

Secondo me,
il perseguimento del bene comune.

Faccio un paragone con la nazionale di calcio:

1) il 'bene comune' è vincere i mondiali.

2) il 'funzionamento della democrazia' è rappresentare nei
23 convocati tutte le squadre,
e concordare con le parti sociali
la formazione, etc.

Secondo me la politica e lo Stato (che ci costa 687 miliardi nel 2005, quasi lameta' del PIL) dovrebbero avere lo scopo di fissare le regole e dare servizi efficienti ai cittadini, quali
sanita'
istruzione
giustizia
infrastrutture
difesa
etc.

Se invece privilegiare la democrazia significa avere servizi costosi e scadenti, e fare si' che l'ambizione dei politici sia di andare al governo per indirizzare e spartirsi la spesa, allora c'e' qualcosa che non va.

Non so come ne usciremo da tutto cio', forse solo una grave crisi economica puo' creare le condizioni per cambiare le cose in meglio.

Anonimo ha detto...

Rispondo a meno stato+mercato+libertà.

Continuando nel paragone con la nazionale: ti faccio notare che il bene comune (coppa del mondo) è stato raggiunto con metodi NON democratici: giocatori SOLO di pochi clubs e NESSUNA mediazione su chi mandare in campo, decideva UNO SOLO, il CT (come è giusto!).

Qual'è la morale?
Che la democrazia - in quanto mezzo e NON fine - può andar bene in certi casi e in altri no, quindi NON deve essere usata COMUNQUE ma SOLO per quelle circostanze in cui funziona.

Un esempio. E' di questi giorni la notizia (Il Sole24ore di ieri mi sembra, in prima pagina) che a seguito dei continui rincari dei prezzi del petrolio il deficit della bilancia dei pagamenti italiana relativamente al settore energetico raggiungerà - nel 2006 - cifre abnormi (decine di miliardi di euro!).

Ebbene, fa parte o no del bene comune della nazione italiana raggiungere ALMENO un pareggio in tale voce della bilancia dei pagamenti? (si badi, non solo per motivi economici, ma anche di sovranità nazionale...)

Ora, l'unica via per raggiungere in tempi ragionevoli questo fine è il ritorno MASSICCIO al nucleare.

Si da il caso che dal nucleare il nostro paese sia uscito proprio in seguito ad una decisione democratica!!!

Per ritornarvi - beninteso se si VUOLE ritornarvi - non si potrà fare che senza mezzi democratici.

Cosa ne pensate ?