giovedì 24 maggio 2007

Relazione Montezemolo

NB Post lunghetto, contiene molte citazioni.

Me la sono letta, è disponibile qui se vi interessa. Qualche frase che mi ha colpito (non necessariamente quelle sottolineate, a volte i messaggi sono in punti diversi).

Parte in grande rivendicando i successi dell'industria.
Cita le forze armate fra i talenti nella p.a.
Insiste (giustamente) su competizione e merito.

Pone l'obiettivo 2015 Steve ha un'opinione, io ho sentito anche Bersani parlare di quella data, non so se l'ha copiata o c'è qualche documento governativo che ne parla.

Stoccatine tipo "Creare un sistema paese in grado di attrarre è un lavoro molto più serio, difficile e complesso che non quello di sponsorizzare cordate o fondare l’ennesima società a controllo pubblico. "

Parla bene del Berlusca "sul costo del lavoro e sul cuneo fiscale: questioni cruciali su cui abbiamo fatto passi in avanti. Prima con la Finanziaria del 2006, che non a caso definimmo “responsabile”. E poi quella del 2007"

Chiede meno tasse per tutti e accetta meno aiuti (come Presidente Fiat è una novità) "Dobbiamo allinearci all’aliquota media europea che è più bassa di ben 8 punti. Siamo disponibili a scambiare qualunque incentivo in cambio di minore pressione fiscale sulle imprese"

Ricorda il mezzogiorno.
Cita due o tre cosette (magari le avrebbe citate lo stesso) espressamente richieste da alcuni "ampliare gli spazi di flessibilità, ridurre il costo contributivo e fiscale degli straordinari, incentivare la contrattazione di secondo livello, legando gli aumenti salariali ai risultati aziendali e alla produttività"

C'è un passaggio che a mio parere è molto "programma": "In entrambi gli schieramenti sembra mancare la forza per dar vita ad un grande progetto paese che sappia coinvolgere gli italiani e i cui risultati non si vedranno in tempi brevi. E’ un compito che certamente spetta soprattutto a chi governa, senza alibi o giustificazioni: compresa la necessità, che condividiamo, di migliorare la produttività dei lavori parlamentari. Ma ci aspettiamo anche un’opposizione che esprima un progetto politico e culturale più che propaganda e denuncia.

Fare oggi scelte coraggiose, i cui risultati si vedranno fra otto o dieci anni, significa avere senso dello Stato.

La concorrenza in politica è altrettanto importante che in economia. E in politica la concorrenza significa sistema elettorale.

Non sta a noi indicare quale sistema rappresenti la scelta migliore per il Paese. Da cittadini diciamo che occorre fare presto e che serve un sistema che consenta ai migliori di emergere e di governare, e dia agli elettori la possibilità di scegliere senza liste prefabbricate."

Lancia strali (leggerà i blog?) contro la politica "La politica è la prima azienda italiana con quasi 180 mila eletti. Il costo della rappresentanza politica nel suo complesso in Italia è pari a quello di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna messi insieme. Il solo sistema dei partiti costa al contribuente 200 milioni di euro l’anno, contro i 73 milioni della Francia."

Cita piloti e macchine (credo sia una roba tipo le apparizioni di Hitchcock nei suoi film).

Gira la politica in aziendalese (nel 94 ci provò un'altro con pessimi risultati) "Tutto questo fa emergere un drammatico problema di rapporto tra costi e risultati. "

Cita spesso il sociale "È più sociale premiare il merito che portare tutti alla velocità del più lento. "

Parla di passione (altra sua mania) in politica "La politica è forte solo quando sono forti le sue idee, le soluzioni che propone, gli scenari che offre al Paese e sui quali mobilita le passioni."

Parla di un'Italia diversa da quella che vedono i nostri attuali governanti "Siamo davvero sicuri, ad esempio, che l’Italia, quella vera, sia divisa sul proprio ruolo nel mondo? Siamo davvero sicuri che la stragrande maggioranza di questo Paese non abbia già pienamente interiorizzato l’appartenenza all’occidente, la propria identità di europei, la naturale vicinanza agli Stati Uniti?"

Parla di responsabilità, cosa che mi trova d'accordo al 100% "Dobbiamo avere il coraggio di tornare a parlare anche di doveri e responsabilità. Perché non possiamo sopravvivere in una sorta di vuoto morale, incapaci di comprendere e di insegnare ai nostri figli il valore di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. "

La parte finale è tutta da leggere.

Il mio parere è che abbia effettivamente un profilo molto "politico" più che economico, forse definirla un programma elettorale è eccessivo ma l'insinuazione di una propria possibilità di leadership in alcuni passaggi c'è. Terza via?
Con tutto questo a me è piaciuta, in fondo poco piagnona e più propositiva e positiva.
Dal lato comunicativo sicuramente Montezemolo è capace.

Non mi stupisco che a Prodi non sia piaciuta, non ho visto grandi complimenti alle cose che ha fatto. E si prende il merito della ripresa.

Se faccio in tempo sento qualche amico per sapere com'era l'aria e vedo se c'è qualcosa di interessante. Tanto domani lo passeranno ai raggi X sui giornali.

Ultima nota, leggo che dicono non ha parlato di doveri dell'industria, la frase Sicurezza, conoscenza e salario equo sono pilastri sui quali costruire un nuovo modello d’impresa che si va affermando in tutto il mondo e che pone le basi per un rinnovato orgoglio professionale dei lavoratori dell’industria.
Cos'è? Al solito ciascuno legge solo le cose che gli interessano.

Commenti e insulti sono richiesti espressamente questa volta vorrei sapere cosa ne pensate voi. Grazie

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Per me è pollice verso.
Non mi fido di Montezemolo.

La Fiat si è da sempre ingrassata con i proventi delle nostre tasse e sarebbe fallita più volte se non fosse stato per la connivenza delle banche e dei politici.

Montezemolo è stato uno di quelli che ha consentito la vittoria di Prodi. E gli faccio credito di non essere tanto stupido da non capire quale politica questi avrebbe adottato e quali politici avrebbe portato ai posti di "comando" (un esempio per tutti: Paolo Cento sottosegretario all'ECONOMIA!!!).

Montezemolo sta per lasciare la confindustria e non ha certo le capacità per impegnarsi concretamente nell'azienda di famiglia. Probabilmente le banche non glielo consentirebbero neanche.

La sua situazione mi fa venire in mente quella di quei giovani politichetti da circoscrizione o da consiglio comunale che hanno scelto la strada della politica per assoluta mancanza di voglia di lavorare e perchè buoni solo a mestare nel torbido.

Solo che lui punta in alto.
Nella prima repubblica quando esisteva un minimo di democrazia, uno come lui avrebbe avuto un seggio da senatore nel PRI e non avrebbe rotto troppo i marroni.
Con il sistema odierno, nel quale senatori non eletti reggono il governo e uomini per tutte le stagioni (Amato) senza una reale base elettorale sono perennemente ministri, Montezemolo potrebbe anche farcela.

Antonio Candeliere ha detto...

Una chiara dimostrazione di un uomo che vuole fare politica!

Anonimo ha detto...

Ho letto che Mario Giordano ha dedicato un libro ai lati "oscuri" del chiomato...

Marco ha detto...

così d'acchito direi che gli basta dire due cose di buon senso per fare bella figura. declamare che ci vuole una visione del mondo per fare decentemente politica è un'ovvietà che solo la cronica abitudine al traccheggiamento della politica rende un'affermazione degna di nota.
il problema è il termine di paragone.
lo sto ancora ascoltando in podcast, ma per ora nulla di quel che ha detto mi pare affermazione da statista. a parte la chioma e l'aplomb sin qui poteva essere un discorso da bar.
per dirla alla sarkozy: pas de rupture

Anonimo ha detto...

Non l'ho ancora sentito/letto, ma a caldo mi ha colpito la reazione di Prodi, sembrava gli avessero fatto un bruttismo scherzo, come se gli avessero anticipato una relazione in punta di lingua e poi invece si becca le "frustate" di Luke...

Anonimo ha detto...

Per quello che ho avuto modo di leggere su i giornali mi è piaciuto molto l'intervento di Montezemolo. Se abbia voglia o meno di fare politica è relativamente importante, prima di tutto mi chiedo se sia in grado di farla e se sia in grado di fare ciò che, giustamente, dice. Sotto questo punto di vista, forse, è più autorevole la tua voce che la mia.
Una cosa è certa, come persona mi ispira più fiducia Montezemolo che Mister P. o Mister B.

Anonimo ha detto...

Una serie di ovvietà, che però hanno bisogno di coraggio, spalle larghe e copertissime per essere dette.
Populista.
La diagnosi conclusiva è che si sta tirando la volata per le prossime politiche.
Che sia un Forza Italia 2?
Il commento finale è BAH.

Anonimo ha detto...

Non mi convincono i commenti che ho letto qui sopra; Montezemolo non può avere detto quelle cose contro il parere di Confindustria. Quindi il significato va letto più in profondità e forse lo si capirà solo più avanti. La virata antigovernativa è evidente, così come era esplicito l'appoggio elettorale soltanto un anno fa. Eppure il governo ha dato alla Fiat quello che voleva (gli esuberi) ed adesso il cuneo fiscale. Abbastanza strano.

Anonimo ha detto...

Francamente l'unico motivo per cui i giornali italiani danno tanto peso a queste relazioni del menga è perché sono tutti di proprietà di grandi aziende confindustriali. Questo continuo tira e molla tra il marito Governo e la moglie Confindustria, che a seconda delle convenienze del momento lusinga o bastona, ha rotto le scatole quanto e più della politica. Diciamoci la verità: Confindustria ha i soldi, i giornali e molto di peggio, ma in Italia non ha mai mosso un voto, come tutte le associazioni d'impresa. C'erano giusto quei quattro sfigati del PLI e del PRI a pensare il contrario.

Unknown ha detto...

I miei commenti vanno nei post.

solo una battuta per Aemilius qui sopra
Una volta i voti la Confindustria li muoveva eccome: finanziava le campagne elettorali!
E non confondete centro e periferia, le grandi associazioni molto sparse sul territorio non sono certo sufficienti ma un pò di voti li spostano.
E il fatto che i giornali (molti anche a livello locale) siano di imprenditori qualcosina farà, o no?

emiliogelosi ha detto...

Cercherò di chiarire la mia analisi: io nel discorso di Montezemolo leggo una crisi di rappresentatività del sistema confindustriale senza precedenti.

Un problema che tocca tutte le grandi organizzazioni sindacali, sia chiaro, ma che quando si parla di Confindustria è ancora più eclatante. Mi meraviglio che nessun commentatore lo abbia notato.

Se il presidente del più potente sindacato d'imprese "minaccia" di scendere in politica significa che ormai il sistema che rappresenta ha perso qualsiasi capacità di influenzare il quadro istituzionale per altre vie. E' una dimostrazione di debolezza, non di forza, ed è una scommessa molto rischiosa (come sa il Berlusca, che pure ha avuto successo a inizio anni Novanta).

A questo si aggiunge un altro problema, che è proprio di tutte le organizzazioni di massa moderne: gli iscritti sono estremamente disomogenei e tendono a scavalcare il livello superiore, autorappresentandosi senza più mediazioni. E' il motivo per cui tutte, dalla CGIL a Coldiretti, da Confindustria a Confcommercio, sono diventate ormai delle imprese di servizi per tenersi gli iscritti, mentre latitano in quello che dovrebbe essere l'oggetto primario.

Forse una volta era Confindustria a finanziare le campagne elettorali, ma in realtà credo siano sempre state le singole imprese a farlo, specie a livello locale. Solo che i benefici si spalmavano su tutto il sistema di riferimento.

Ora chi può si tutela e rappresenta da sé e per sé (o al massimo per la sua piccola lobby di amici). Ma anche chi non può non si fa certo dire da Montezuma qual è la via da seguire.

Facci caso, è la parabola che ha seguito la CGIL con Cofferati. E ho paura che al massimo Luke finirà a fare il sindaco prezzolato da qualche parte. Chissà, forse proprio Bologna.