mercoledì 31 gennaio 2007

Coordinamento

Visco vuole eliminare l'uso dei contanti, così sa dove e quando spendo i miei soldi.

Devo pagare la nettezza urbana (mica poco, parliamo del furto di migliaia di Euro) e le poste li vogliono in contanti. L'assegno circolare non lo possono lavorare.
Cos'è devo fare la carta di credito al fattorino?

Asta o interesse?

Sento autorevoli membri del governo riempirsi la bocca per gli undici partecipanti alla gara per Alitalia.
Ma un conto è manifestare interesse per entrare nella data room (e potrei farlo anche solo per mettere il naso approfonditamente nei conti) un conto è poi mettere sul tavolo i soldini per comperarsi il carrozzone Alitalia.

Non a caso c'è l'ormai famoso professore, tra i pretendenti.

E guarda caso c'è anche il Carletto.

martedì 30 gennaio 2007

Arte

Da tempo non parlo di arte.

Tempo fa ho visto la mostra The Jean-Michel Basquiat Show che mi è piaciuta molto. Pur con alti e bassi nella produzione e con cose dell'ultimo periodo che mi piacciono meno per l'indubbio alone negativo trovo le opere di questo artista molto interessanti, soprattutto nella ricerca della contaminazione con l'arte africana.
Purtroppo è finita.

Sono stato a Bologna ad Arte Fiera, il più grande problema in questo caso è che si vede così tanta roba che si arriva alla sera ubriachi e non si vede più nulla. Molte cose belle.
Ho fatto un giro tra gli stand destinati ai giovani e vi direi una bugia se dicessi che ho visto qualcosa che mi è piaciuto molto.
Parecchie installazioni, e mi chiedo chi ha lo spazio per esporre certe cose. Bisogna avere palazzi enormi e dedicargli una stanza!
Anche la mania delle opere molto grandi (che mi piacciono molto, sia chiaro) mal si adatta a case sempre più piccole e luminose (con molte finestre si appendono pochi quadri). C'è di buono che con un paio di opere si risolve la stanza, per grande che sia.
Altra personale considerazione: ma quante tele ha tagliato Fontana? Ce ne sono sempre moltissime. Continuo a preferire i l periodo dei buchi se devo scegliere un Fontana (che non potrò mai permettermi).

Una mostra in corso e che mi ha piacevolmente sorpreso è quella di HANS HARTUNG
In principio era il fulmine
nella nuova Triennale Bovisa (spazi molto ampi e adatti a queste mostre).
Ero abituato a vedere le solite opere graffiate, mi è piaciuto moltissimo invece il periodo "spaziale". Una mostra che (ammesso vi piaccia l'arte moderna) vi consiglio di visitare. Era anche un buon fotografo.

Onorevoli presentatori

Altro argomento inusuale per me (non guardo molta TV, ed è un eufemismo).
Stasera uscendo intorno alle 22 dalla palestra ho visto una presentatrice bruttina (altro eufemismo) su una rete che credo fosse di quelle musicali.
Ma era l'onorevole Luxuria? E come mai l'onorevole va avanti a fare TV? Non arriva a fine mese con il magro stipendio di parlamentare?

Smutandati

Notoriamente non amo quegli undici giovanotti in mutande che corrono in un campo rettangolare.

E mi chiedo come molti possano impazzire per dei "colori" vestiti da prostitute professionali.
Post che nasce dal ciccione brasiliano che fu detto "fenomeno".

lunedì 29 gennaio 2007

Slurp

A bordo della nuova Fiat Bravo - Corriere della Sera: "La nuova Bravo suscita emozione fin dal primo sguardo e, una volta saliti a bordo, accoglie guidatore e passeggeri in un abitacolo caratterizzato dalla grande qualità dei materiali e dalla particolare cura dei dettagli."

Morosini, si pulisca la lingua.
Capisco che Fiat è azionista del suo giornale, ma un pò di contegno!
E ricordi che molti avevano detto uguale uguale della Stilo.

Qualcosa si muove

ANSA.it - Economia - Mediobanca: si'a Geronzi e Colannino: "Si sono espressi contro il reintegro fondi esteri in rappresentanza dell'1,8% del capitale"

Con rispetto per Geronzi e Colaninno diciamo grazie ai fondi esteri per essere un minimo attenti.
Inutile sperare che l'oligarchia italiana butti fuori qualcuno dei suoi membri. O che lo facciano i fondi italiani che sono sulla stessa barca.

domenica 28 gennaio 2007

Un passo avanti è meglio che stare fermi

Non ho ancora avuto tempo di leggere praticamente nulla sul discorso liberalizzazioni in modo approfondito.
Nella speranza che poi non si diluiscano ulteriormente in parlamento come l'altra volta, la mia prima impressione è moderatamente positiva.

Molte delle cose che sono spacciate come liberalizzazioni (ad esempio il costo di ricarica) sono più dirigismo che avrebbe dovuto essere materia di antitrust.
Se ci sono quattro competitors sul mercato e tutti, guarda caso mettono delle ricariche che hanno lo stesso prezzo/costo di ricarica secondo me è roba da antitrust, non stabilire per legge che non possono. Ma ben venga, anche se naturalmente le compagnie dovranno pur recuperare da qualche parte la commissione pagata a chi vende la ricarica. Quindi mi aspetterei un aumento delle tariffe.

Anche la commissione massimo scoperto è una cosa contrattuale, come le spese di gestione fido. In azienda, ad esempio, noi usando poco o nulla lo scoperto di conto barattiamo un tasso leggermente più alto con l'eliminazione della commissione massimo scoperto.
Resta il fatto che prima o poi, come accade in altri posti, le banche cominceranno a far pagare i fidi, che per loro sono un bene immobilizzato che se non utilizzato non rende.

Ottimo eliminare un pò di restrizioni alla concorrenza sul commercio. Io sarei partito dagli orari e dagli assortimenti, chi è stato a Londra conosce i negozietti gestiti dagli indiani che forniscono i beni di prima necessità (frutta, qualcosa da mangiare, snack, detersivi, saponi, aspirine) aperti 24 ore al giorno. Qui da noi è vietato.
Ma da qualche parte bisogna pur cominciare e allora vanno bene anche parrucchiere, estetiste e benzinai.
Semmai il problema oggi per certe attività tipo parrucchiera è il passaggio da regolare a irregolare per i costi burocratici ma è altro discorso.

Quindi un piccolo passo, meglio di nulla. Speriamo in futuro ci sia il coraggio di incidere su altri fattori più importanti e che si mecca davvero mano alle authority eliminandone un pò e dando loro veri poteri e che diventino veri custodi delle regole. Spero diventino meglio del carrozzone Consob, o meno assurde di quella della privacy per intenderci.

E per piacere Berlusconi, Fini e compagnia del centrodestra, inutile fare le polemiche come sempre, in cinque anni mi dite una (una) cosa che avete fatto per liberalizzare in modo decente questo paese?
Cercate invece di capire che probabilmente avete perso proprio per quello e per le tasse!

venerdì 26 gennaio 2007

Week end difficili

Per lottare contro le liberalizzazioni si preparano scioperi dei parrucchieri.
Dovrete uscire con ragazze con i capelli in disordine.
Tempi duri per Platinette e Montezemolo.

giovedì 25 gennaio 2007

Concertazione

Coerentemente al pensiero del governo sul pubblico impiego, pare che le nuove liberalizzazioni prevedano:
  • che i prezzi della benzina vengano concordati con il sindacato dei benzinai
  • che i prezzi delle ricariche telefoniche vengano concordati con l'associazione dei gestori telefonici
  • che le liberalizzazioni dei servizi pubblici locali siano concordate con l'associazione dei comuni italiani

Post sui CV

Riguardando il tutto vedo che sono chilometrici.

Ma ho voluto mantenere la struttura completa del CV, altrimenti il giochino delle idee che sorgono alla lettura diventa difficile.
Non permettendo blogger i post brevi con il "continua" ho spostato più in alto l'archivio dei post, chi vuole può saltare quelli che iniziano con CV/.

Visto che il lavoro è lungo mi dite se lo trovate interessante (interessati a parte naturalmente)?

Volevate l'inverno?

Italia sotto la neve, bufere sul Carso triestino - Corriere della Sera

Meno male, i TG avevano finito gli argomenti.

Non è che nevica perché in Italia si fa qualche liberalizzazione?

CV /3

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

CV /2

Vale il solito discorso fatto per il primo.

Ricordate che è un gioco, quindi i commenti sono coloriti e strambi ma cercano di farvi capire i meccanismi mentali spontanei. Poi l'approfondimento è altra cosa.

VE
xxxx (NA)
POSSIBILITA’ DI RESIDENZA A xxxx (MI)

Capita spesso, devo dire, al di là dell'analisi specifica del CV, che personalmente trovo un delitto il fatto che le persone del nostro sud, dopo tutti questi anni e tutto quello che (non) è stato fatto siano ancora costrette ad emigrare.

OGGETTO: Curriculum vitae.



DATI ANAGRAFICI

nazionalità: italiana;

Vale se si manda all'estero, e allora il CV deve essere in inglese, se no è ridondante.

stato civile: coniugato con prole;


Che poco si adatta ad un eventuale trasferimento ospitato a Milano, è brutale lo so ma si tiene conto anche della situazione familiare. E comunque meglio essere chiari e metterlo.

data di nascita: 1966;


residenza: Giugliano (NA)


C'era già nei dati sopra

posizione militare: militeassolto;

difficile che uno di quell'età debba ancora fare il militare....

patente categoria: B.


ISTRUZIONE

Diploma di Ragioniere e Perito Commerciale conseguito presso il xxx Napoli nell’anno 1985.


CONOSCENZE

Lingue:
inglese: scolastico;
francese: scolastico.

Informatica:
buona conoscenza del pacchetto OFFICE (Word, Excel, Access).


ESPERIENZE LAVORATIVE

1986 – 1993
Addetto alla tenuta della contabilità, redazione bilanci, dichiarazione dei redditi, gestione cespiti, gestione e controllo pratiche fiscali e amministrative dei clienti dello studio di consulenza fiscale xxxx snc”.Corso di praticantato completato per iscrizione Albo dei Ragionieri.

Qui vale il discorso che avevo fatto nel post sull'analisi dei CV
Per chiarezza personalmente preferisco la forma
Date
Azienda /settore
Posizione / competenze /incarichi

1993 – 1995
Responsabile amministrativo, gestione della contabilità generale e dei crediti della Società “xxxx srl” concessionaria di xxx.

Qui invece personalmente come suggerimento metterei, quando le aziende non sono note (e se si manda il CV fuori zona è quasi sempre così) anche un'idea della dimensione. Un conto è essere responsabile amministrativo in un'azienda da 10 persone un conto in una da 100


- continua –


- 2° foglio -

Questi sono un pò da amministrativo, il continua e il "2° foglio", nulla di male, ma danno l'idea del preciso e dell'ordinato che ci sta bene in uno che fa questo lavoro.

VE

Ripetere completamente tutti i dati forse è in più (anche se è bene che ci sia il nome e la residenza)

ESPERIENZE LAVORATIVE


1995 – 1997
Responsabile amministrativo, gestione della contabilità generale, redazione bilanci dei clienti dello studio di consulenza XXXX srl” di XXXX (RM).

Si è già trasferito una volta.

1997 – 2005
Ispettore Amministrativo e Crediti per il Centro-Sud Italia della “XXXX S.p.A.”, con le seguenti mansioni:
controllo dell’inventario di magazzino dei depositi sul territorio, controllo contabilità clienti, controllo fiscale (fatture, DDT, applicazione corretta delle norme aziendali in relazione alle procedure amministrative), rapporti con il Corpo della Guardia di Finanza, (Agenzia delle Entrate – Ufficio IVA), valutazione gestione e recupero dei crediti insoluti della D.O. e dei clienti speciali (Enti militari, rifornitori di bordo, parchi acquatici), prospetti situazioni creditorie, estratti conto, piani di rientro delle esposizioni, verifica solvibilità della clientela, reportistica D.S.O., gestione risorse umane (capo filiale e agenti), aspetti della logistica dei depositi di competenza (ricerca di immobili per realizzazione – allocazione nuovi depositi sul territorio assegnato, contatti e prima negoziazione con locatori e/o costruttori).

Il nome dell'azienda è conosciuto, ma non essendoci il settore è quella che penso?
D.O. è distribuzione organizzata, ma consiglio sempre di usare poche sigle per facilità di lettura, D.S.O. cosa vuol dire?


Da febbraio 2006
Consulente Amministrativo e Fiscale presso lo studio XXXXX snc di XXXX (LT).

lavora già fuori zona.

Da Ottobre 2006 ad oggi
Credit manager presso Gruppo XXXXX s.r.l. di XXXX (NA).

Fa già due lavori?
E cosa fa quest'azienda?

Completano il mio profilo la disponibilità a viaggiare sul territorio assegnato, ottima capacità relazionale e di decisione, doti di leadership, orientamento al risultato, nonché professionalità, competenza, dedizione lavorativa, problem solving.

OK probabili per il percorso fatto.
In questo caso è importante la congruità del CV con la posizione che sto ricercando, se cerco un Credit manager o resp amministrativo in una media azienda OK, altrimenti se si manda per una posizione troppo "bassa" uno si chiede perché con un CV così lo sta mandando e gli viene il sospetto che ci sia qualcosa che non va.

Disponibilità immediata.

Ecco, qui si allaccia al discorso fatto appena sopra, se il CV è già buono, si inseriscono posizioni attuali e si ha una certa età meglio mettere che si ha voglia di verificare la possibilità di piuttosto che mettere disponibilità immediata. Uno si chiede se lo stanno cacciando via dov'è.
Se no se si è a spasso meglio spiegarlo. Certo, magari è nella lettera di accompagnamento che non ho. Ma quel Disponibilità immediata lo trovo stonato.

Ai sensi del D.Lgs. 196/2003, acconsento al trattamento dei miei dati personali, anche trasferendoli a terzi, autorizzandone l’archiviazione informatico/cartacea, solo al fine di Ricerche e Selezioni di personale.

Distinti saluti.

Anche a lei.

mercoledì 24 gennaio 2007

CV /1

iniziamo con il CV di MS.

l'impostazione generale è ordinata, i dati che servono ci sono. Non amo particolarmente l'uso delle tabelle per i documenti che si spediscono.

Piccola nota che vale per tutti. A mio modesto parere sarebbe meglio mandare il CV in PDF invece che in word. Esistono molti programmi gratuiti che permettono la trasformazione senza grossi sforzi.
Questo permette di inviare un documento che, qualunque sia la configurazione del ricevente, viene letto.

Passiamo ai commenti che sorgono spontanei mentre lo leggo MS è del 1972 circa

Ricordate che è un gioco, quindi i commenti sono coloriti e strambi ma cercano di farvi capire i meccanismi mentali spontanei. Poi l'approfondimento è altra cosa.



Studi & Corsi

2006 Marzo-Aprile
Corso tenuto dal xxx “Corso di formazione per la verifica e la certificazione energetica”.

2004 Marzo
Membro del sottocomitato XXX XXX "Impianti elettrici .....".

qui io avrei creato una categoria a parte, far parte dei comitati è importante in situazioni dove la normativa è preponderante. E avrei specificato se ne hai fatto parte per un certo periodo o da allora. (Valenza ben diversa)

2003 Luglio e 2004 Dicembre
Corso presso la XXX Formazione " Classificazione impianti elettrici e loro verifica in ambienti con pericolo di esplosione per gas e polveri " in base alla nuova direttiva Atex.

2003 Aprile
Corso presso la XXX Formazione " Valutazione del rischio di fulminazione, impianti e dispositivi di protezione delle scariche atmosferiche e loro verifica. "

2002 Ottobre
Laurea in Ingegneria elettrica presso l'Università degli studi di xxxx con votazione 100/110.
Titolo della tesi: " Influenza del processo a loop chiuso sulla qualità finale di un prodotto estetico".

non conosco l'università, è fuori zona. Comunque importante la votazione, non sono un tecnico, può darsi che a loro dica qualcosa, a me il titolo della laurea dice poco.
Laurea presa a 30 anni. Cosa che abbassa leggermente la valutazione.

1991 Giugno
Maturità scientifica presso il Liceo Scientifico "G.Galilei" di San Dona' di Piave con la votazione di 48/60.

Scavezzacollo da giovane poi si è ripreso con voti migliore all'università, a mio parere spesso sono persone valide, che sanno organizzarsi, al liceo si è sotto i professori, all'università ci si organizza e il rapporto è meno personalizzato.


Servizio Militare

Assolto. Prestato servizio sostitutivo presso il comune di Jesolo nell’ambito culturale nell’anno 1999.

il discorso del militare o ha una valenza sul tipo di lavoro o io personalmente lo toglierei, si può trovare il militarista che odia gli obiettori di coscienza, come aver fatto il militare come ufficiale e trovare quello che li odia.

Esperienze lavorative & Stage

Ho lavorato per l'università, per complessive 150 ore lavorative, nell'ufficio immatricolazioni e in precedenza presso alcuni alberghi con varie mansioni.

Famiglia benestante, lo ha mantenuto fino a trent'anni. Sorge la domanda "cosa fanno i suoi genitori?"
Oppure se ha lavorato nel periodo degli studi specificare meglio, è indice di voglia di lavorare e di impegnarsi.

Nov. 2001- Luglio 2002
Ho svolto presso la xxxx S.p.A., filiale italiana della xxxxx, uno stage di 5 mesi, durante i quali ho svolto la tesi.

Nov. 2002- Feb. 2003
Ho svolto uno stage per la xxxx, capogruppo per il sud Europa, nel settore della Ricerca & Sviluppo.

Ha trovato subito lavoro.

2003 Marzo
Assunzione presso l'xxxx presso la xxx con la qualifica di tecnico degli impianti elettrici.

Il posto non è male, l'azienda importante, occorre vedere se è uno che lo fa da travet e tira sera o ne è appassionato. Il fatto che lo spediscano nelle commissioni vuol dire che tutto sommato non è l'ultima ruota del carro (ammesso che non l'abbiano mandato nel 2004 e poi tolto)

Conoscenze informatiche

Ho esperienze nei seguenti sistemi operativi: Windows 95/98; Windows NT 4.0 (ho svolto tramite l'università un corso "Microsoft Certified Professional" per diventare System Administrator); conoscenza base dell'unix e di linux.

Possibile che in azienda abbiano ancora i PC con NT 4.0?


Conoscenze dei seguenti linguaggi di programmazione: Basic, Modula 2, HTML.
Applicativi usati: Microsoft Office (Word, Excel, PowerPoint, Outlook, MS Project) Matlab, Pegasus Mail, Pine, Eudora e LaTex ;

La buona parte di questi programmi per il 90% ha poco senso. Office (senza la specifica), Mathlab ok Pegasus e eudora li usa più nessuno a livello aziendale (sono vecchi programmi di posta ma chi li ricorda), pine e latex non so cosa siano, vale se sono del settore.

Ho utilizzato il software Minitab usato per l'analisi statistica e per lo "Statistical Process Control" ( Cp e Cpk).

Più interessante.

Lingue straniere

Ho una comprensione e produzione scritta buona dell’inglese.
Ho una comprensione e produzione orale sufficiente dell'inglese.

Non le sa ma con il lavoro che fa non le usa.


Associazioni

Ho fatto parte dell’associazione scout dell’XXXX in qualità di educatore: ho esperienza con ragazzi dell’età di 9- 16 anni.

Paziente, conosce un minimo le dinamiche di gruppo e insegnamento (forse)

In qualità di capo scout ho preso parte a due esercitazioni di protezione civile denominate “ High Water “ tenute a Venezia.

E a me? (ricordate che è un gioco!)

Hobby
La lettura in generale, in media 2-3 libri al mese, anche in inglese.

Come fa a leggere i libri in inglese con comprensione buona?

Seguire il basket NBA anche attraverso forum dedicati.

martedì 23 gennaio 2007

Leopoldo Pirelli

ANSA.it - TopNews - E' morto Leopoldo Pirelli.

Non ho mai avuto occasione di conoscerlo di persona, chi l'ha fatto me ne ha parlato molto bene. Forse si è trovato ad un certo punto a gestire l'azienda in un mondo che non riconosceva più, lui che già per indole e modo di fare era poco adatto a farlo. Probabilmente troppo perbene. Ma, ripeto, sono cose che mi hanno raccontato.

Per me il suo nome resterà sempre quello di chi ha voluto fare una Confindustria più democratica. Con quella che è passata alla storia come "Riforma Pirelli". La base di lavoro quando anni fa lavorammo sulla Mazzoleni, per aggiornare un pò l'organizzazione (ma fu una mezza delusione).

Ne parla anche in un'intervista che ho trovato in rete cercando il discorso della sua riforma e che risale al 1999.
Moltissimi passaggi dell'intervista di Pirelli li sottoscrivo.
E sono la dimostrazione di quanto ho detto sopra (scritto prima di leggerla).
Ed è molto moderna per essere di 8 anni fa, dimostrazione che sapeva guardare avanti.

Per una volta faccio uno strappo alla regola e riporto il documento.

---

(...) Quando c'era in ballo qualche grossa e controversa questione, non soltanto economica ma anche sociale e perfino politica, io cercavo di conoscere quale fosse la sua posizione prima di prender partito: mi serviva di riscontro perché Leopoldo in qualche modo interpretava l' anima d'una borghesia imprenditoriale laboriosa, innovatrice, liberale, priva di pregiudizi e portatrice anche di una forte carica sociale che per i giornali che ho fatto e diretto è sempre stata un punto di riferimento morale, politico e anche editoriale.
Quanto a lui, sovente è capitato che mi raccontasse qualcuna delle difficoltà che incontrava o delle idiosincrasie che avvertiva verso personaggi del suo mondo che, secondo lui, trasgredivano all'etica imprenditoriale. E più d'una volta abbiamo perorato insieme cause comuni che ci sembravano meritevoli per il bene del Paese anche se apparivano impopolari ai tanti demagoghi che di tempo in tempo infestano le nostre contrade.
Tutti e due insomma appartenevamo (lui dice: "meno attivamente di te") a quel filone che si definì dei liberali di sinistra di cui Il Mondo fu l'incubatrice intellettuale, Ugo La Malfa il rappresentante politico e la borghesia imprenditrice avrebbe dovuto costituire il punto di raccolta e il motore di avviamento. Purtroppo questo terzo elemento mancò quasi del tutto. Leopoldo Pirelli fu spesso isolato nel suo mondo ed era troppo gentiluomo per farne un caso. (...).

SCALFARI. E tu non ti ci ritrovi (nella società odierna in cui "è cambiato il modo di fare impresa")?

PIRELLI. Diciamo che mi ci ritrovo poco. Con questo non faccio nessuna critica a chi fa l' imprenditore in modo diverso sempreché siano salvi, come di fatto avviene da noi in Pirelli, quei principi etici che io ho sempre cercato di rispettare. Sono cambiate molte cose. Oggi - come nel passato - l'amministratore riceve il mandato di gestire dai suoi azionisti: ma io ho sempre pensato che quel mandato comportasse responsabilità verso un mondo molto più ampio, e cioè verso tutte le parti associate. Intendo dire i dipendenti tutti, come esseri umani; intendo dire i collaboratori, in particolare cercando di penetrarne la personalità, di non ignorarne i problemi, anche quelli che avevano fuori dal lavoro; intendo dire i clienti, "nos vrais patrons", come François Michelin li chiama nel suo libro, perché dalle loro scelte dipende il successo della nostra impresa; oppure quei clienti a cui qualche volta devi chiedere di capire i tuoi problemi, come mi successe in un lontano colloquio col giovane Giovanni Agnelli, e lui accettò il mio ragionamento che tirare troppo sui prezzi può costringere il fornitore a tagliare le spese di ricerca con un conseguente peggioramento della qualità dei prodotti; intendo riferirmi ai partners delle tue produzioni, tanto più quando il lavoro indotto rappresenta una parte importante del mondo che orbita intorno all'azienda che dirigi. Intendo anche riferirmi al rapporto privilegiato con la città di origine, ma anche con tutte quelle molte località dove si è andati, in Italia e nel mondo, a costruire degli stabilimenti.
Un rapporto con tutte le diverse parti associate, che cercava di essere aperto e umano, naturalmente nei limiti della compatibilità con l'efficienza aziendale. Capisci che cosa voglio dire?. (...)

SCALFARI. (...) In un giornale, (...) anche se le dimensioni sono cambiate, i giornalisti sono centinaia e centinaia i collaboratori, tuttavia la sostanza e la natura quasi artigianale del lavoro non è molto cambiata. Nell'industria invece che cosa è cambiato?

PIRELLI. Molto. Le dimensioni dei gruppi, la tecnologia, il rapporto con il lavoro. La natura del capitale. I parametri che misurano l'efficienza. Adesso si chiamano Eva. Il nome è gentile, se vuoi è quasi seduttivo: Eva, invece è la sigla di un parametro necessario ma abbastanza spietato.

SCALFARI. Che significa Eva?

PIRELLI. Economic value-added. Valore economico aggiunto. Il compito primario dell'imprenditore di oggi è di produrre il maggior valore aggiunto possibile. La concorrenza sfrenata, ormai globale, porta a concentrare gli investimenti per aumentare il prodotto pro capite anziché per estendere la base produttiva, a inseguire l'aumento di produttività a preferenza di ogni altra alternativa. Aggiungi che in una grande azienda quotata in Borsa il capitale è diffuso tra i risparmiatori, i fondi, le banche. Chi sono gli azionisti? L'imprenditore non lo sa. Sa soltanto che sarà giudicato in base a Eva. In più deve decidere in fretta e ogni giorno.

SCALFARI. Stai descrivendo un personaggio che sembra condannato ai lavori forzati.

PIRELLI. Non dico questo, le sue pause di relax le ha come le avevamo noi. Dico che il suo mondo corre il rischio di essere fatto più di parametri che di facce e di anime. Non è colpa di nessuno, ma temo che sarà sempre più così.

SCALFARI. Non è un bene che sia così?

Leopoldo Pirelli si stringe nelle spalle e non risponde... (...)

SCALFARI. (...) Nel Sessantotto eri già in sella.

PIRELLI. Sì, la responsabilità dell'azienda era già da dieci anni sulle nostre spalle: dico nostre spalle perché la direzione era formata da quattro persone: Gigi Rossari, Franco Brambilla, Emanuele Dubini e il sottoscritto che, gradualmente, essi fecero emergere come numero uno. Ma tornando al Sessantotto, per me quelli furono mesi difficili. Ricordi le manifestazioni, i cartelli, gli slogans: Agnelli Pirelli ladri gemelli.

SCALFARI. Come la prendesti?

PIRELLI. Come un "basso" negli alti e bassi di una vita di lavoro. In Confindustria ero considerato un acceso riformista ma sulle piazze quelle distinzioni erano saltate.

SCALFARI. Tu avevi già preparato un programma sugli orari di lavoro alla Pirelli che per quei tempi sembrò rivoluzionario.

PIRELLI. Era molto avanzato, sì: quaranta ora invece delle quarantasei in vigore, stesso salario, cinque giorni di lavoro alla settimana con turni anche di sabato e di domenica. Ciò che si perdeva con l'orario ridotto si riguadagnava facendo lavorare maggiormente gli impianti. Naturalmente la condizione preliminare era un'economia in espansione, altrimenti sarebbe stato impossibile.

SCALFARI. Come fu accolto dai sindacati?

PIRELLI. Male: il progetto fu respinto. Non ho capito a tempo che per farlo decollare, bisognava fare in modo che uscisse da un loro cassetto.

SCALFARI. Pensi che l'ipotesi attuale dell'orario di trentacinque ore sia insopportabile per le imprese?

PIRELLI. Credo sia una questione di organizzazione del lavoro: connettere l'orario ridotto con una maggiore flessibilità ed esaminarne l'attuazione contrattualmente azienda per azienda.

SCALFARI. Quale ricordo hai dei capi sindacali di allora?

PIRELLI. Ho sempre considerato la Cgil e chi l'ha guidata, Di Vittorio, Lama, Trentin e ora Cofferati, come gente seria e affidabile. Le trattative erano dure, difficili ma quando si arrivava ad una soluzione non hanno mai mancato alla parola data. Aggiungo che il sindacato ha fatto molti passi avanti sul piano della modernità, con una visione più globale e meno classista dei problemi.

SCALFARI. Poi ci fu, mi pare nel '69, un'altra riforma che ha preso il tuo nome: la riforma dello statuto della Confindustria.

PIRELLI. Sì, la Commissione Pirelli. Fino a quel momento in Confindustria tutto veniva deciso da sei o sette persone, rappresentanti delle imprese che pagavano il grosso dei contributi associativi. Ad un certo punto Angelo Costa che presiedeva la Confederazione e che era un grande personaggio capì la necessità di mutamenti. Io gli avevo da tempo esposto le mie idee e lui mi affidò il compito di presiedere la commissione di riforma. La struttura organizzativa tuttora operante viene, almeno nelle sue linee fondamentali, dal lavoro di quella Commissione. Si voleva, e si è ottenuta, un'organizzazione più democratica, che accogliesse anche le posizioni della piccola e media industria e dei giovani.

SCALFARI. Sei anche tu un passionario della flessibilità?

PIRELLI. Passionario no, è una definizione che non mi si addice, ma certo è meglio un'occupazione sia pure parziale, quale ne sia la forma contrattuale, che la disoccupazione. Gli Stati Uniti hanno capovolto positivamente il mercato del lavoro adottando una flessibilità massima. In Europa questo non è avvenuto ma qualche cosa si sta muovendo. D'altronde la flessibilità considerata in senso lato è un fenomeno che non tocca solo il mondo del lavoro: le famiglie diventano un'istituzione sempre più evanescente, le radici e le culture si fanno sempre più fragili, la composizione stessa delle popolazioni va mutando a causa dei movimenti migratori. (...)

SCALFARI. Mi dici qual è stato il tuo maggior rammarico?

PIRELLI. Credo d'aver lavorato con coscienza, con qualche buon risultato ma facendo anche errori; senza portarne rimorsi però, perché credo di aver agito sempre in buona fede. O meglio, un rimorso c'è. Riguarda il periodo di Tangentopoli.

SCALFARI. Mi sorprendi.

PIRELLI. E perché? Tu sai che alcuni imprenditori hanno sostenuto di essere stati in qualche modo costretti a pagare partiti, uomini politici, pubblici amministratori, altrimenti le aziende non avrebbero potuto lavorare. Hanno sostenuto cioè d'esser stati vittime di una concussione generalizzata.

SCALFARI. Non è stato così?

PIRELLI. No, non è stato così. Concussi sono stati i piccoli imprenditori costretti ad allungare il milione o i dieci milioni al vigile urbano o al finanziere o all'assessore per ottenere una licenza o un favore fiscale. Ma non le maggiori imprese del Paese. Se una decina di grandi aziende avessero insieme denunciato la corruzione che era diventata sistema, nessuno avrebbe potuto impedircelo e schiacciarci, tutti insieme eravamo forti a sufficienza per schiacciare quel malcostume.

SCALFARI. Come mai non è avvenuto? L'hai proposto agli altri tuoi colleghi?

PIRELLI. No, è per questo che sento rimorso. Poi è arrivata la magistratura. Nonostante errori e interventi a volte discutibili, io penso che il giudizio storico sul comportamento della magistratura sarà positivo.

lunedì 22 gennaio 2007

Risparmio energetico

Statali, c'è l'accordo: mobilità e «pagelle» - Corriere della Sera: "Con l'informatizzazione a tappeto della macchina amministrativa è previsto anche il maggior ricorso al telelavoro"

Mi si permetta una battuta.

Per quello che (non) fanno molti statali in ufficio tanto vale che restino a casa, almeno risparmiamo in traffico.

Sul resto le parole sono parole, vedremo se seguono i fatti, ma dubito. Sono quasi sicuro che l'unica cosa che avrà successo sarà il prepensionamento.

Liberalizzazioni per chi?

L'unica vera liberalizzazione rimasta, alla fine, è quella dei farmaci da banco.
Dovuta, intendiamoci.
Chi era pronto a aprire le farmacie?

Prossima fermata i distributori di carburante.
Avete mica notato se stanno costruendo delle pensiline e mettendo delle cisterne lì davanti alla Coop per caso?

Poi abbassiamo le tariffe di ricarica e liberalizziamo gli operatori di telefonia mobile virtuali.
E ho una vaga di idea di chi potrebbe entrare tra i primi nel mercato.

Insomma, quelli aiutavano i decoder e poi acquistavano i diritti del calcio.
Questi liberalizzano e poi ti trovi le coop pronte ad approfittarne.

Giochini

Mi stanno arrivando parecchi Curricula vitae (è giusto?), per fare i commenti ci vuole un pò di tempo ma l'ho promesso e lo faccio.


Altro giochino: la maggior parte di voi avrà almeno un amico o conoscente che ha un minimo di responsabilità sul lavoro (amministrativi, gestionali ecc).
Provate a chiedergli se secondo lui chi scrive le leggi ha la minima idea di ciò che poi comporta rispettarle e seguirle volendo essere onesti al 100%.
Se poi è uno che lavora a buon livello in amministrazione di un'azienda o da un commercialista meglio.
Poi ditemi cosa vi hanno risposto, evitando le parolacce, grazie.
A scanso di equivoci vale per qualsiasi governo.

sabato 20 gennaio 2007

Curriculum Vitae

Chi avesse voglia può sottoporsi al seguente giochetto:
- mi manda via posta elettronica il suo CV come se volesse farsi assumere
- io lo copio nel blog (naturalmente mascherando dati sensibili e rivelatori) senza mettere da chi arriva naturalmente e lo commento con le cose che mi vengono in mente leggendolo.

A quelli che eventualmente non pubblicassi prometto una risposta personale con qualche consiglio.

Liberi di inviarlo senza nome e cognome veri, ma il resto deve essere il CV vero, se non non ha molto senso.

L'indirizzo di posta è in alto a destra.

Doppi cognomi

Devo ancora rispondere a Steve che mi provoca su Padoa Schioppa.

Già, da ragazzo di campagna quale sono, quando sento i doppi cognomi comincio a stare attento e guardingo.

In questo paese chiunque non punti al comunismo, alla dittatura del popolo (che poi vuol dire dittatura di coloro che dicono di rappresentare il popolo) non parli di un sacco di stupidate che conoscete benissimo diventa un servo dei padroni.
Se poi tocca le pensioni, sacro diritto dei lavoratori, non parliamone.

E Padoa Schioppa è una copertina di linus di questo governo. Doveva coprire Visco.
Ma quando l'ego, l'interesse economico e l'ambizione sono smisurate si accetta anche di fare la figura del fantoccio, anche se si ha il doppio cognome.

La contraddizione che poi siano degli studenti a contestare sulle pensioni costituisce una freddura che questo triste paese non è più in grado di percepire.

La parte triste di tutto ciò è che in questo paese chi crea lavoro, il padrone, ha ancora una connotazione negativa. Poiché la storia non insegna nulla, ci si bea del sogno che tutti possano lavorare per lo stato o magari per le cooperative autogestite dei lavoratori.

Come mai allora ricevo continuamente richieste di persone che lavorano nelle cooperative e non vedono l'ora di venire a lavorare sotto padrone?

Scusa Steve, volevo cercare una battuta ho fatto la solita lagna.

Cos'è un blog (in 2000 caratteri)?

[Mini]marketing mi passa questa palla.

Intanto mi piacerebbe sapere cos’è una meme week, ma mi sa che è tipo catena di sant’antonio o il vecchio gioco di “passarsela”

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Beh, per la parte tecnica devo dire che trovo esauriente la spiegazione di [mini]marketing, per me un discorso generale e un discorso personale sull’anima del blog.

Un blog è tutto e nulla, perché ha una sua vitalità, che viene da chi lo scrive, e varia, ha periodi di su e giù, si trasforma, vive di relazioni (link) e di visitatori, di dialogo (attraverso i commenti).
Simpatico o antipatico, leggibile, scorbutico, pretenzioso, umile come è chi lo scrive, o come chi lo scrive vorrebbe essere, o come finge di essere.
Tecnicamente una persona è elementi chimici, ma non sono (solo) quelli a caratterizzarlo.
Tecnicamente un blog è bit, formati ma non sono (solo) quelli a caratterizzarlo.

C’è chi blogga come diario, chi lo fa per far vedere che esiste, chi lo usa come vetrina, chi vuol farne un trampolino di lancio chi lo fa per divertimento.
Milioni di cellule di un sistema detto blogosfera che nascono, muoiono, si sviluppano ecc.
Un blog è “quel blog” come una persona è un essere umano ma “quella persona” .

E questo?
Questo è qualcosa nato per gioco, molto spesso avevo voglia di dire delle cose, di esprimere il consenso o il dissenso sulle cose che vedevo, che leggevo. Mille volte ho pensato di scrivere a giornalisti, opinionisti.
Ma sono una persona schiva, riservata, odio essere invadente e rompere le scatole. Anche troppo a volte.
Per curiosità e interesse culturale ho cominciato a leggere il blog di Steve poi un giorno mi sono detto perché no?
E il gioco è iniziato. Da subito in parte per la mia innata riservatezza di cui sopra, in parte per opportunità (mi fa sentire libero di dire quello che voglio) in parte per non “bruciarmi” con le fonti ho deciso per l’anonimato. Alcuni credo abbiano la curiosità di sapere chi sono ma vi assicuro che il mio nome non vi direbbe nulla.
Ho l’ambizione di far venire dei dubbi, di raccontare delle cose, di esprimere le mie opinioni. Vorrei smuovere un granellino piccolo piccolo una volta attraverso questo gioco.
Per questo i commenti da sempre sono liberi.
Per questo a volte provoco.
Non mi nascondo, il gioco in fondo mi sta dando delle soddisfazioni, piccole, aggiuntive ad una vita che è già gratificane anche nei suoi alti e bassi.
Nessuno sa di questo blog, solo la mia figlia grande (che aveva un blog prima di me su MSN) che mi ha “beccato” una volta a postare.
Non credo mi legga.
Questo blog per me è pensiero e palestra.

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Scritto senza leggere altri precedenti che quello citato
Devo passare la palla?
Allora vada a Steve, lo devo, e agli altri friends LL, Zener, Volpino, Duca.
E adesso posso andare a leggere cosa hanno scritto gli altri.

mercoledì 17 gennaio 2007

Quale assumiamo?

Prosegue la storia dell'assunzione dopo la prima puntata.

Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo, cominciano a pervenire i curriculum vitae (da qui CV per brevità).

Prima cosa: alla notizia che assumi il popolo dei produttori di CV si scatena.
Cerchi un impiegato amministrativo? Beh, ti mando il mio da operaio. Chiedo esperienza (perché mi serve, mica per sfizio) mi dici che ti piacerebbe passare a fare quel lavoro lì ma sei veloce e sveglio e ti adatti velocemente.
La cosa non è poi così pessima, un pò di lavoro in più, visto che rispondiamo a tutti, ma può servire a implementare il database per future esigenze.

Questa narrazione per evidenti motivi parla di selezioni dirette, quelle con le società specializzate sono trattate in fondo.

Per abitudine (finché ce la faccio) guardo personalmente tutti i CV che arrivano. Quindi faccio io la prima scelta e i primi mucchietti.

Aspettiamo circa una settimana per partire con la consultazione per dare il tempo a tutti di spedire e poi iniziamo la danza.

Normalmente quando le selezioni sono molto grandi, con inserzioni e magari più di una posizione il primo differenziale è inerente / non inerente.

I non inerente si prendono il voto, da 1 a 5 e un codice dell'area in cui potrebbero essere inseriti (tecnico, amministrazione, produzione ecc). Ho un bel timbro sulla scrivania adatto all'uopo: segnala che l'ho guardato, ha lo spazio per la classificazione e le caselline numerate per spunta veloce. Poi inserimento nel database e risposta. Chiuso.

Con gli inerenti invece prima li faccio passare tutti di nuovo (li ho già visti classificandoli come inerenti) per avere un'idea di cosa è arrivato e poi faccio un altro giro e per velocità di consultazione uso degli evidenziatori di 4 colori che vogliono dire no - insomma - seconda scelta - da vedere. I no (a meno che non ne abbia ricevuti veramente pochi) fanno la fine dei non inerente.

Il pacco dei "da vedere" viene passato subito alle risorse umane per essere chiamati per il colloquio (che sarà tema della prossima puntata).

Sui CV sono stati scritti libri su libri, ci sono corsi e materiale a volontà. Compreso il materiale umoristico.
Nonostante ciò lasciatemi raccontare da autodidatta imperfetto qualche cosina di come personalmente la vedo inserendo qualche consiglio valido per me magari pessimo per altri.

I CV, come le persone, sono diversi uno dall'altro, ma non sempre. Mi è capitato di ricevere dei CV uguali identici (impaginazione, moltissime frasi sul lavoro ecc) da due persone il cui unico collegamento era che lavorano nella stessa azienda. Di sesso diverso.
L'email condivisa sui due CV dimostrava chiaramente che erano due conviventi che ci provavano entrambi.
A parte questo uno si trova davanti le cose più svariate, dipendendo da cultura, lavoro, modo di essere della persona.
Andiamo dai fogli protocollo scritti su metà facciata a mano (tipo tema, giuro) ai CV inviati su carta a fiorellini (mi sono astenuto dal vedere se era profumata). Mi manca la carta di Winnie Pooh ma poco ci manca.

Chiediamo magari un "buon uso del computer" e arriva un CV scritto sì con il computer ma con errori di battitura, impaginazione pessima (tutto scritto a caso, stesso carattere, tipo macchina da scrivere).

Oppure ti arriva la fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia ormai ridotta ad un grigio ammasso di caratteri initelleggibili. Segnalo che questo difetto l'hanno anche le aziende con i moduli, specie se dell'amministrazione pubblica.

Ultimamente va molto il CV con foto, ma quando fai la fotocopia è una schifezza fetente, ricordatelo.

La presentazione non è vincolante, ma se non è coerente (vedi l'esempio fatto sopra) non è certo un buon biglietto da visita. Si parte dal presupposto che ormai al 90% uno abbia un amico/conoscente/parente con un Pc per mettere giù una cosa decente.
Accetto un CV scritto a mano da una che si presenta come persona per le pulizie (nulla contro la categoria, beninteso) meno da uno che si presenta per un livello intermedio.

Anche sul discorso "scritto a mano", so che molti sono maniaci della grafia e amano le cose scritte a mano.
Personalmente li trovo poco leggibili. Dovessi dare un compromesso che più o meno accontenta tutti direi di scrivere la lettera di accompagnamento a mano (che intanto è personalizzata), il CV con il PC (è più facile da manutenere).

Altra cosa, se si partecipa ad una selezione è sempre buona regola mettere nella lettera di accompagnamento l'intestazione all'azienda (se pubblicata naturalmente) e la posizione per la quale ci si presenta, una per piacere, non magazziniere oppure contabile oppure autista.
Con gli oppure non si va lontano, se la ricerca è specifica. Scegliere, bisogna scegliere.

E sarebbe anche utile informarsi (se c'è il nome in chiaro) su produzione valori e politiche dell'azienda. Che possono portare a piccoli aggiustamenti del CV.

E ricordatevi i vostri dati, a volte la busta si perde. Sembra una stupidata ma è capitato di non avere più il telefono.

I CV devono poi essere equilibrati, facilmente leggibili (anche a quello serve la forma), se sono in selezione magari ne vedo 50 o 60 in un giorno, non mi passa più se devo perdermi dietro a certe descrizioni minuziose del lavoro che fate.
Ma non esagerate, se la posizione è di un certo tipo mettermi "ho lavorato nel reparto vendite in tre diverse aziende del settore largo consumo per dieci anni" mi pare riduttivo. Ci facevi le pulizie (sempre senza offesa) o lo comandavi?
Anche non mettere i periodi delle varie posizioni è un pò "sospetto".

Oggi la situazione è migliorata (in parte) grazie ai moduli disponibili che offrono le sezioni e l'impaginazione già fatte. Poi quelli che non sanno usare word mandano le sezioni vuote, ma va così.
La cosa migliore per farvi leggere volentieri è per ogni lavoro 4 parti, periodo/azienda- settore dell'azienda (anche se è la Fiat) - lavoro in breve (area e posizione) - lavoro più in dettaglio, il tutto usando uno stile per ogni parte (combinazione di Grassetto e corsivo) che renda immediatamente leggibile i periodi.
E sempre mettere il periodo completo in una azienda anche se si è cambiato settore, altrimenti a lettura veloce sembrano due aziende.
tipo
1995-2001 Fiat Spa
Costruzione automobili
Tempi e metodi (1995-1999)
Rilevazione tempi e metodi nello stabilimento di Mirafiori sui modelli Pippo Pluto
Qualità (1999-2001)
Responsabile qualità isole montaggio modello Paperino

con poi ulteriore spiegazione nella quarta riga in dettaglio se c'erano collaboratori sottoposti, mezzi utilizzati (software metodi ecc).

Inutile aggiungere che vanno inseriti gli studi fatti ed eventuali interessi (anche qui brevi, poche cose).
Si può non mettere le date di nascita, ma si ricavano dai lavori fatti e dai periodi, ed è un'altra cosa psicologicamente sospetta, vi considerate vecchio/giovane per la posizione.

Volevo farvi qualche esempio di "primo impatto" ne prendo un pò da quelli in entrata.

Questo è ben impaginato, foto a colori, formato europeo, ma a furia di inserire roba (raccontandomi anche che fai le compilation di CD per gli amici) è diventato 5 pagine. E dire che sai redigere correttamente testi scritti perché l'hai imparato facendo il Carabiniere e redigendo i verbali ti dico che non è quel gran plus nella tua carriera.

Operaia, scritto a mano su foglio protocollo
dichiara
le generalità
chiede
di essere assunta.

Questo va bene, ben impaginato, lettera accompagnamento intestata nè evasivo nè verboso, sorvola su alcune cose e evidenzia altre ma fa parte del gioco.

Questo breve e sbrigativo ma è un metalmeccanico di produzione medio livello, sono tutti così.

Questo l'ha fatto qualcuno, cinquantenne addetta alle pulizie, scritto bene al computer, con fototessera. Ma buon impegno.

Questo va bene, == a quello di prima, con fototessera.

Questo è difficile da leggere, è un'agente di commercio, manda il CV?

Questo ha scritto a mano di chi è parente sulla presentazione "circolare". E chi se ne frega. Sei un elettricista, io sono un metalmeccanico. L'hai mandato all'elenco che ti ha detto zio senza sapere dove?

Questa poteva mettere qualche spazio o evidenziare in qualche modo le varie esperienze. Usa il PC come macchina da scrivere (l'ho detto sopra, c'è sempre) non sa neanche me si fa a giustificare.

Non so se ho reso l'idea (no ma non posso scrivere un romanzo). Entriamo in qualche dettaglio.

Si tiene sempre conto del titolo di studio e della votazione ma anche e soprattutto di dove si è ottenuto, sia per le superiori (se in zona) sia il periodo. Un conto è una laurea in ingegneria al politecnico di Milano o Torino un conto alla libera università di Valdobbiadene.
E conta l'azienda di provenienza. A Milano è difficile ma qui ai confini del regno, in provincia, se è un'azienda dei dintorni dopo due secondi se hai buona conoscenza della zona sai già dove lavora. E sai se lì c'è gente in gamba o scarsi. C'è un'azienda della mia zona dalla quale verosimilmente, vista l'esperienza, non credo pescherò molto.

Poi si guarda la storia lavorativa. Van bene un pò di cambi se c'è un percorso di crescita, non troppi se no si ha l'impressione di essere davanti al prostituto che fugge con il miglior offerente.
Un cambio dopo due mesi ci sta (non si è trovato bene) tutti cambi dopo due mesi no (lo cacciano o se ne va). Poi dipende anche dalla funzione che si cerca, dal venditore si accettano cambi continui, da altre figure meno.

Esiste un percorso coerente magari anche con un cambio all'inizio? O si passa dal tecnico computer al venditore al muratore e si presenta per un posto da magazziniere (ho fatto tutto mi adatto facilmente).
Fa quello per cui ha studiato o è un laureato in legge che fa l'autista?

Poi si va un pò più in profondità se tutte le parti sopra corrispondono alla famosa griglia e si comincia a soppesare il tipo di esperienza, il posizionamento e le probabili aspettative.
E' uno Junior che cerca di diventare senior o vuole cambiare settore per allargare l'esperienza?

Qui nasce uno dei problemi degli ultimi anni, che meriterebbe un post (magari dopo i commenti), dato il livello di studi, il percorso di carriera che avevo immaginato è interessante per lui? O lo accetta perché è a casa e aspetta un posto migliore?
E se prevedo che se ne andrà mi va bene "usarlo" e spremerlo per il periodo presunto di lavoro tanto poi risolto il problema ci metto uno di livello più basso?

Ecco dove poi ci si trova che spesso i laureati sono penalizzati, hanno aspettative, non amano le piccole aziende e per farli venire li devi strapagare per poi vederli magari fuggire perché hanno trovato (non hanno mai smesso di cercare) di meglio.
Oppure hai 50 CV di laureati, per il posto andrebbe bene un Perito, ma sei un'azienda "appetibile" e quindi ci metti lo stesso un laureato. Se poi è particolarmente bravo lo fai crescere altrimenti si arrangi.

Ecco perché la figura di certi laureati oggi è problematica.

Distanza e collegamenti. Ce la fa a venire a lavorare comodamente o sono lontano (anche commisurato al probabile stipendio) un conto è fare 100 km con auto aziendale per 3000 euro un conto è fare 40 km con la tua macchina per 950.

Un'ultima cosa... firmare "in fede" fa tanto modulo per il comune. Piuttosto meglio ciao, per me.

Da queste e mille altre valutazioni il CV finisce nel mucchietto scartare o prima scelta.

E ricordatevi che se mandate un file Word e avete certe funzioni attive vedo le vostre correzioni ;-)

Le selezioni attraverso le società specializzate a volte prevedono il tipico pacchetto dei tre candidati preselezionati da loro, a volte invece con qualcuna mano a mano che trova persone interessanti ce li manda, comunque non sono mai più di 4 o 5.

Ultima nota (che piacerà ai miei amici del marketing): esportiamo quasi tutto, qui attorno facciamo il fatturato di una gelateria a Cortina la mattina del 7 ottobre eppure facciamo pubblicità locale.
Siamo scemi?
No, ci serve che il nome giri per "motivare" la gente a venire da noi a lavorare, anche il fattore psicologico conta.
Mille euro per lavorare alle vendite alla Coca Cola o 1200 per fare l'operatore cimiteriale?
E allora si promuove il marchio localmente solo per cercare di attirare i migliori.

Segue.

martedì 16 gennaio 2007

Non è una novità

Istituto Bruno Leoni: "La spesa pubblica e le aliquote fiscali raggiungono livelli straordinariamente elevati al fine di finanziare un pervasivo stato assistenziale"

Purtroppo il peggio è che è uno stato assistenziale che privilegia alcuni (spesso evasori, spesso privilegiati) e non chi di assistenza avrebbe bisogno.

Scalone

Forse non sono ferrato in economia.
Mi spiegate come si fa a risparmiare se si danno degli incentivi?

Efficienza sindacale

Ma qualcuno mi spiega la ragione per la quale sono io che ricevo la richiesta e devo mandare a loro l'elenco dei loro iscritti?
Mi spiego: ricevo un fax dal sindacato che mi chiede di comunicare gli iscritti al loro sindacato. E la cosa ridicola è ce lo devo fare.
Ma non li sanno i loro iscritti?

domenica 14 gennaio 2007

Lottate contro il precariato

Boicottate i padroni che usano il precariato per sfruttare i lavoratori che hanno studiato!
Mi segnalano..
CENTRO SERVIZI CAAF CGIL: "Si richiede: diploma di ragioneriaSi offre: inquadramento a tempo determinato (applicazione contratto commercio)."
Anche qui, nelle regioni rosse

sabato 13 gennaio 2007

Assumiamo?


Avevo promesso di occuparmi di assunzioni colloqui ecc.

Il vero lavoro di chi fa il mio mestiere: scegliere le persone.
Sono in parte autodidatta in parte leggo libri e frequento corsi per capire come fanno gli altri (le grandi organizzazioni) e cercare di rubare quanto c'è di applicabile in una piccola azienda.
Se siete esperti del settore troverete delle bestialità o delle imprecisioni di termini, segnalatele nei commenti, grazie.

Un'azienda assume per due ragioni: o perché se ne è andata una persona o perché è aumentato il lavoro.
Il primo caso è a somma zero (per i posti di lavoro creati) e normalmente è molto più semplice.
La vera ricchezza è la creazione di nuovi posti di lavoro e quindi cercherò di raccontarvi, nella mia esperienza, cosa avviene dall'altra parte quando partecipate ad una selezione.
Più o meno questo è quello che accade da noi (che abbiamo raddoppiato il personale negli ultimi 10 anni).

Mi occuperò di posizioni già con una certa complessità, quelle produttive semplici (linea di montaggio) noi le copriamo con giovani anche alla prima esperienza che quasi sempre vengono confermati dopo essere entrati come stagionali attraverso contratti interinali.

Il lavoro sta aumentando, l'azienda va bene, la complessità aumenta.
Il responsabile si rende conto che in alcune posizioni o ci sono carichi di lavoro eccessivi o occorre introdurre delle nuove competenze per affrontare la maggiore complessità.

Si parte con una serie di incontri informali per verificare se effettivamente la sensazione è giusta.
Si incontrano quindi i responsabili di quell'area, le persone che si occupano di quel settore e si comincia a cercare di capire i carichi di lavoro e le metodologie.
Se è solo un problema di ripartizione di carichi di lavoro o di strumenti o procedure si cerca di investire e riorganizzare la cosa magari passando delle competenze ad altri più "scarichi".
Se non è possibile, come direzione ci si incontra e si decide se vale la pena di inserire una persona rivedendo l'organigramma.

Se c'è l'ok si comincia a lavorare raccogliendo più informazioni possibili, sempre attraverso gli incontri, analizzando le procedure, analizzando le attività e le competenze presenti ecc.
Altro punto importante, analizziamo dal punto di vista caratteriale l'ambiente nel quale dovremo inserire la persona, considerando le caratteristiche dei colleghi.

A quel punto, ottenuto lo stato dell'arte della situazione si comincia a ragionare sulle aree di miglioramento.
L'inserimento di una persona, a mio parere, non può solo essere "avevo uno a registrare le fatture acquisti, non ce la fa più, ne prendo un altro". Troppo riduttivo, soprattutto in una piccola e media azienda.
Intanto almeno devo pormi il problema di come calibrerò il lavoro fra chi c'è e chi arriva.
Infatti difficilmente avrò lavoro per le 8 ore da subito per la nuova persona, quindi è l'occasione per inserire nuove attività che la persona (o una presente che viene scaricata) potrebbe fare.
Esempio stupido (il primo che mi viene in mente) la persona che si occupa di contabilità fornitori farò fare anche statistiche approfondite sui metodi di pagamento dei fornitori o controlli della logistica in arrivo per cercare di vedere se posso risparmiare in trasporti o simili.

A questo punto comincio a costruire una griglia del profilo fatta di competenze, attitudini, caratteristiche personali, esperienza richiesta ecc. Contemporaneamente comincio a pensare un possibile "percorso" di carriera che potrei offrire alla persona.

Esempi sempre buttati lì a caso.
Competenze: titolo di studio (ma noi non lo usiamo quasi per niente come fattore di selezione), uso computer, lingue, conoscenza della prima nota ecc ecc
Attitudini: lavoro in gruppo, capacità di negoziazione, disponibilità a viaggiare
Caratteristiche personali: dipendono dai colleghi, estremizzo ma non posso mettere il giocherellone fra persone bigotte o il bigotto fra gente che scherza tutto il giorno, creerei inutili tensioni che è meglio programmare già da subito. A meno che non abbia anche intenzione di inserire un momento di "rottura" col passato. Ma lo faccio sempre strategicamente.
Esperienza richiesta: voglio che chi arriva porti un suo contributo di esperienza o voglio una persona giovane da far crescere?
Percorso: mi serve un alto potenziale da far crescere o prevedo che resterà quasi fermo per anni (perché ha già davanti persone giovani capaci) e quindi meglio uno che non ha smanie di carriera?
Si integra con le informazioni sulla posizione nell'organigramma.

Con questa griglia si incontrano di nuovo le persone di riferimento del settore e si analizza se è condivisa.

Raggiunta una griglia condivisa ci si incontra con chi è responsabile delle risorse umane per verificare se non ci sono persone all'interno da fare crescere che potrebbero coprire quella posizione. Se non ce ne sono si prepara la strategia di ricerca.
Le opzioni principali normalmente sono se procedere internamente o affidarsi a società specializzate. Qui la cosa dipende prima di tutto dalla complessità della figura ricercata.
Quelle con maggiore esperienza di solito comportano ricerche più complesse e quasi sempre l'uso di società specializzate.
Altro fattore sono i carichi di lavoro nostri, se siamo già molto impegnati è meglio non accollarsi tutti i colloqui per evitare di prolungare troppo i tempi.
Ci si dà poi una priorità: tempo o persona giusta? Normalmente il primo fattore è vincolante in caso di sostituzione il secondo per nuovi inserimenti di persone con buon potenziale.

Per prima cosa, comunque, noi interroghiamo il nostro database dove registriamo tutti i CV in arrivo per vedere se c'è qualche CV compatibile con la spedizione e contemporaneamente pubblichiamo la posizione disponibile sul sito.
Poi inserzioni dirette sui quotidiani e/o incontro con le società di selezione per illustrare la figura ricercata.

A questo punto dovrebbero cominciare ad arrivare CV.

Segue la seconda puntata sulla selezione vera e propria.

Lavoro

Leggo da una intervista su Economy del Ministro Damiano: la legge Biagi ha portato sì ad un aumento del lavoro flessibile, che però viene spesso utilizzato per mascherare il normale lavoro subordinato più avanti alla domanda "la legge Biagi non le piace proprio..." la risposta è No.

Questo rappresenta il tipico occhio strabico di chi guarda le cose con la distorsione del preconcetto.
Intanto si mischia il concetto di "lavoro subordinato" con quello di assunzione a tempo indeterminato. Anche un interinale, ad esempio, è un normale lavoratore subordinato regolarmente assunto, con la paga prevista dal CCNL e anzi costa di più per i margini dell'agenzia (quindi esiste già la penalizzazione che il ministro spesso invoca).
E si dimentica che proprio grazie alle clausole inserite nella legge Biagi per eliminare le false collaborazioni ha potuto forzare la mano ai call center per far assumere i lavoratori a progetto.

Ma quando la visione è di parte l'obiettività viene meno e la demagogia esplode.

Nuova piattaforma

Sono passato alla nuova piattaforma di blogger.
L'innovazione più importante per i lettori è certamente la presenza (era ora) dei tags.
Altra cosa utile è il feed sui commenti, per il resto la buona parte è una maggiore comodità per chi il blog lo gestisce.

Post Edit. Purtroppo vengono azzerati i feed, chi mi legge via feed troverà i vecchi messaggi. Scusate, ma non posso farci nulla.

Situazione politica

Per i miei impegni lavorativi anche sui commenti degli avvenimenti politici sono stato un pò assente.

Qualche pensiero sparso sull'ultimo periodo.

Dal punto di vista economico si è puntato molto a infilare nel 2006 tutto quello che si poteva infilare. Ad esempio tutto il debito per l'IVA auto relativo alla sentenza UE è stato conteggiato.
E' il solito gioco delle tre carte, visto che non è stato ancora detto come tale credito potrà essere recuperato. E le aziende non hanno ancora visto nulla.
Anzi, proprio per fermare eventuali rivalse IVA e IRAP sono state cambiate le regole sui ravvedimenti che hanno fatto in modo che tutti versassero gli anticipi imposte su base storica e non con i ricalcoli che avrebbero potuto comportare pesanti sanzioni.
Non so se questo ha contribuito all'aumento delle entrate, si saprà solo al momento dei saldi, ma è certo che ha contribuito ad un clima nelle aziende non certo favorevole al governo.
Il problema IVA avrebbe potuto essere spalmato sulle date di effettivo riconoscimento.
In generale quindi la strada tracciata da Visco e Padoa Schioppa è chiara: infilare tutto il possibile nell'esercizio 2006 per evidenziare una finanziaria di Berlusconi mal fatta (e i dati e lo stesso comunicato del ministero del tesoro dicono che non è così) per avere poi le mani libere e maggiori margini sugli esercizi di loro competenza.
Nessuno scandalo, a volte lo fanno anche i manager nelle società. L'importante, quando si tratta di cosa pubblica, è che sia chiaro e si sappia.

Altra tegola che incombe è la richiesta di autorizzazione da chiedere 5 giorni prima all'amministrazione per la compensazione dei crediti. Ho fatto una scommessa con i miei del fiscale che l'amministrazione preparerà una letterina del tipo "dovendo procedere ad ulteriori approfondimenti sulla posizione fiscale bla bla bla l'autorizzazione viene negata" inviata praticamente in automatico.
Spero di sbagliarmi visto che come esportatori abituali, nonostante le esenzioni, abbiamo sempre crediti IVA imponenti. Vi saprò dire.

Sull'orientamento della situazione politica mi pare chiaro che sta uscendo vincitrice, grazie all'inesistente margine di voti e ai precedenti (ricordate, Prodi al giro precedente saltò per Rifondazione Comunista) la sinistra massimalista.
Purtroppo, e sottolineo purtroppo perché speravo avessero più coraggio e mi aspettavo di più, se vince l'ala massimalista ci potrebbero essere forti ripercussioni a livello economico.
Parliamo di persone, basta leggere le dichiarazioni, che hanno una forte avversione verso il mercato, le aziende, il commercio internazionale. Sento ancora parlare di salari "indipendenti" dall'andamento economico delle società, di ulteriore riduzione dell'orario di lavoro (le economie che vanno meglio sono quelle dove si lavora di più), di mandare in pensione la gente a età imbarazzanti, sempre di diritti e mai di doveri.
Una visione dirigistica che dice che le aziende "devono" fare questo o quello. Come se chi fa il mio mestiere (ci saranno anche, ma fanno poca strada se non hanno amici fra i potenti) si divertisse a licenziare, pagare poco il personale, perdere persone di importante esperienza giovanissime (per poi magari riassumerli come consulenti in nero) ecc..
E' come il discorso sicurezza. Finché anche chi controlla non si renderà conto che prima di tutto la sicurezza è un problema di attenzione del lavoratore che troppo spesso non usa neppure i dispositivi di protezione forniti e le procedure stabilite non faremo veri passi avanti.

Certo, sul breve termine certe politiche possono pagare dal punto di vista elettorale o di immagine, ma sul medio termine sono perdenti.

Si può obbligare una azienda a fare tutto quello che si vuole, ma se poi non riesce a sopravvivere si perde tutto. E Stato deve intervenire a proteggere i lavoratori che hanno perso il posto.
Il risultato è che perdo le tasse dell'azienda, dei lavoratori e devo alzarle agli altri per pagare le indennità di disoccupazione.
L'idea è quella della pianificazione dall'alto. Non ha funzionato negli anni 50/60 in USSR figuriamoci in un mondo come quello di oggi dove le distanze spariscono e i tempi sono 100 volte più brevi.

I riformisti hanno perso, sul breve molti gioiranno. Non i loro figli.

L'opposizione in compenso non mi pare si stia muovendo per prepararsi, per offrire una seria alternativa. Stanno applicando la teoria "lascia che si facciano male da soli".
Ma se le cose cominciano ad andare male chi ci perde è l'Italia intera non opposizione o maggioranza.

Prodi si è attaccato alla sua poltrona e cerca in tutti i modi di difenderla. Le nomine fatte seguono la tradizione DC degli amici, le menti migliori alla fine, stufe, abbandonano la partita e noi ci troviamo con mezze calzette (il parlamento e il governo ne sono pieni) che sono lì non perché capaci ma perché lecchini o garanti di questi o quegli interessi.

Anche a livello internazionale l'anti-americanismo in Italia sarà anche molto trendy ma non mi pare la strategia più lungimirante.

Ci sono un paio di partite importanti che si stanno giocando al mondo: energia e commercio.
Noi e l'Europa dobbiamo decidere con chi stare, la nostra abitudine a tenere il piede in tutte le scarpe non avrà ancora molto tempo e verrà il momento delle scelte.
La presunta superiorità culturale sta diventando un freno, come lo è stato un tempo per i nobili che abituati a guardare il mondo dall'alto al basso non si sono resi conto che era cambiato, e quel "basso" gli ha minato le fondamenta. Certo, i migliori o i ricchissimi si sono salvati. Ma quanti?

Se un nuovo assunto su 4, come ho letto, è straniero come possiamo lamentarci della mancanza di lavoro? Vuol dire che c'è una offerta di lavoro che gli italiani "che hanno studiato" non sono disposti a coprire. Ma un paese non può offrire solo posti da amministratore delegato, serve anche la manovalanza, piaccia o no.

E la parte che si sta imponendo come quella che detta la linea politica in queste cose ha una posizione che non offre a lungo termine opportunità.

Caserta è stato un penoso spettacolino, Prodi è sempre più evasivo e rinvia sempre più le decisioni, diventando alla fine esattamente come il suo predecessore.
Barattano la loro poltrona con il nostro futuro.