sabato 6 gennaio 2007

Etica e selezione

In un commento Pier Luca mi dice "E' certo altrettanto che comportamenti spregiudicati, border line o, ancor peggio, discriminanti sono - al di là delle cronache attuali - diffusi."

Chi mi legge sa che non mi nascondo dietro al dito e dico che nel bene o nel male ciascuno di noi ha degli schemi mentali che lo portano a dei preconcetti che difficilmente supera anche in fase di selezione (e per questo è una fase da condividere, ma a quello dedicherò un pensiero).
Ci può essere chi non sopporta le persone di colore, come chi non sopporta le persone dell'est, o le donne grasse o gli uomini calvi, o quelli con la barba, o quelli troppo magri, o le bionde ecc ecc.
Non si dovrebbe? Certo.
Ma come quando vediamo una persona per strada che volenti o nolenti ci può essere a pelle antipatica lo stesso può succedere in fase di selezione.

Ci sono poi a volte politiche aziendali non scritte (per evidenti ragioni) che privilegiano una certa tipologia di profili.
Ci sono aziende che assumono prevalentemente amici degli amici (un dipendente si fa garante di chi arriva) e chi, come me, possibilmente non assume persone della stessa famiglia o amiche degli amici (per non creare i gruppetti).
Ci sono aziende che non assumono persone con certi profili: meridionale, di colore, arabo ecc.

Non è bello, ma lo capisco, se uno non sopporta le persone clave (faccio un esempio) trovarsi il calvo davanti tutti i giorni può essere indisponente.
Notoriamente Berlusconi non sopporta le persone con la barba, il che non ha impedito che Maurizio Costa diventasse AD Mondadori.

Anche io mi sono fatto uno schema mentale negli anni che mi porta a privilegiare certi profili, il che non vuol dire che se uno ha un bel CV non lo vedo, ma a parità di CV faccio a volte delle scelte se le persone da vedere sono tante.

Gli schemi mentali sono antipatici ma sono anche frutto di anni e anni di lavoro, alla fine se certe caratteristiche so già per esperienza che mal si adattano al nostro ambiente posso anche passarci sopra, ma spesso il risultato è un'assunzione sbagliata. Evento negativo per entrambi gli attori, soprattutto se la selezione riguardava una persona che già lavorava.
E notare che i preconcetti possono non riguardare solo eventuali caratteristiche fisiche/razziali ma l'azienda di provenienza, la storia scolastica, il tipo di CV che uno invia.
Se mi scrivi che sai usare bene il PC e mi mandi un CV scritto e impaginato coi piedi non fai grande figura, come non la fai se mi mandi per un posto da impiegata amministrativa un CV "artistico" con fiorellini, bordi e greche.
Una laurea in ingegneria al politecnico di Milano o Torino vale più di qualche altra università.
Ecc.

Certo poi tutto questo non deve essere un preconcetto "a prescindere" e avere un equilibrio, ma così funziona la vita.

Dal punto strettamente etico sarebbe bellissimo che non esistessero, come nessuno vorrebbe le guerre, la povertà, gli omicidi ecc.

A titolo informativo e per cercare di evitare qualche insulto: ho dipendenti di colore, molte donne, persone dell'est, calvi e capelloni, piccoli e alti, del nord e del meridione, singles, sposati, divorziati, non so perché non ci tengo a saperlo (perché la vita sessuale dei miei collaboratori riguarda loro) se qualche omosessuale (anche se penso di si) .

1 commento:

Anonimo ha detto...

Esiste il candidato giusto per l'azienda giusta e quindi è assolutamente legittimo che ogni azienda sulla base dei propri valori e stili definisca il profilo di chi vuole e chi non vuole.
Esistono altrettanto, come giustamente dici, delle immagini mentali e dei meccanismi di percezione; questi possono fuorviare anche il più esperto e corretto selezionatore o imprenditore.
Suggerirei, se posso, di integrare il colloquio di selezione con l'utilizzo di test attitudinali che evidenzno il profilo sotto stress della persona che andremo ad inserire; meglio saperlo prima che dopo.
Ovviamente i comportamenti discriminatori a cui mi riferivo non sono, complessivamente, quelli da te citati ma altri ben più gravi.
Condivido il non inserimento di familiari ed amici degli amici.
Un abbraccio.
Pier Luca Santoro