Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo, cominciano a pervenire i curriculum vitae (da qui CV per brevità).
Prima cosa: alla notizia che assumi il popolo dei produttori di CV si scatena.
Cerchi un impiegato amministrativo? Beh, ti mando il mio da operaio. Chiedo esperienza (perché mi serve, mica per sfizio) mi dici che ti piacerebbe passare a fare quel lavoro lì ma sei veloce e sveglio e ti adatti velocemente.
La cosa non è poi così pessima, un pò di lavoro in più, visto che rispondiamo a tutti, ma può servire a implementare il database per future esigenze.
Questa narrazione per evidenti motivi parla di selezioni dirette, quelle con le società specializzate sono trattate in fondo.
Per abitudine (finché ce la faccio) guardo personalmente tutti i CV che arrivano. Quindi faccio io la prima scelta e i primi mucchietti.
Aspettiamo circa una settimana per partire con la consultazione per dare il tempo a tutti di spedire e poi iniziamo la danza.
Normalmente quando le selezioni sono molto grandi, con inserzioni e magari più di una posizione il primo differenziale è inerente / non inerente.
I non inerente si prendono il voto, da 1 a 5 e un codice dell'area in cui potrebbero essere inseriti (tecnico, amministrazione, produzione ecc). Ho un bel timbro sulla scrivania adatto all'uopo: segnala che l'ho guardato, ha lo spazio per la classificazione e le caselline numerate per spunta veloce. Poi inserimento nel database e risposta. Chiuso.
Con gli inerenti invece prima li faccio passare tutti di nuovo (li ho già visti classificandoli come inerenti) per avere un'idea di cosa è arrivato e poi faccio un altro giro e per velocità di consultazione uso degli evidenziatori di 4 colori che vogliono dire no - insomma - seconda scelta - da vedere. I no (a meno che non ne abbia ricevuti veramente pochi) fanno la fine dei non inerente.
Il pacco dei "da vedere" viene passato subito alle risorse umane per essere chiamati per il colloquio (che sarà tema della prossima puntata).
Sui CV sono stati scritti libri su libri, ci sono corsi e materiale a volontà. Compreso il materiale umoristico.
Nonostante ciò lasciatemi raccontare da autodidatta imperfetto qualche cosina di come personalmente la vedo inserendo qualche consiglio valido per me magari pessimo per altri.
I CV, come le persone, sono diversi uno dall'altro, ma non sempre. Mi è capitato di ricevere dei CV uguali identici (impaginazione, moltissime frasi sul lavoro ecc) da due persone il cui unico collegamento era che lavorano nella stessa azienda. Di sesso diverso.
L'email condivisa sui due CV dimostrava chiaramente che erano due conviventi che ci provavano entrambi.
A parte questo uno si trova davanti le cose più svariate, dipendendo da cultura, lavoro, modo di essere della persona.
Andiamo dai fogli protocollo scritti su metà facciata a mano (tipo tema, giuro) ai CV inviati su carta a fiorellini (mi sono astenuto dal vedere se era profumata). Mi manca la carta di Winnie Pooh ma poco ci manca.
Chiediamo magari un "buon uso del computer" e arriva un CV scritto sì con il computer ma con errori di battitura, impaginazione pessima (tutto scritto a caso, stesso carattere, tipo macchina da scrivere).
Oppure ti arriva la fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia della fotocopia ormai ridotta ad un grigio ammasso di caratteri initelleggibili. Segnalo che questo difetto l'hanno anche le aziende con i moduli, specie se dell'amministrazione pubblica.
Ultimamente va molto il CV con foto, ma quando fai la fotocopia è una schifezza fetente, ricordatelo.
La presentazione non è vincolante, ma se non è coerente (vedi l'esempio fatto sopra) non è certo un buon biglietto da visita. Si parte dal presupposto che ormai al 90% uno abbia un amico/conoscente/parente con un Pc per mettere giù una cosa decente.
Accetto un CV scritto a mano da una che si presenta come persona per le pulizie (nulla contro la categoria, beninteso) meno da uno che si presenta per un livello intermedio.
Anche sul discorso "scritto a mano", so che molti sono maniaci della grafia e amano le cose scritte a mano.
Personalmente li trovo poco leggibili. Dovessi dare un compromesso che più o meno accontenta tutti direi di scrivere la lettera di accompagnamento a mano (che intanto è personalizzata), il CV con il PC (è più facile da manutenere).
Altra cosa, se si partecipa ad una selezione è sempre buona regola mettere nella lettera di accompagnamento l'intestazione all'azienda (se pubblicata naturalmente) e la posizione per la quale ci si presenta, una per piacere, non magazziniere oppure contabile oppure autista.
Con gli oppure non si va lontano, se la ricerca è specifica. Scegliere, bisogna scegliere.
E sarebbe anche utile informarsi (se c'è il nome in chiaro) su produzione valori e politiche dell'azienda. Che possono portare a piccoli aggiustamenti del CV.
E ricordatevi i vostri dati, a volte la busta si perde. Sembra una stupidata ma è capitato di non avere più il telefono.
I CV devono poi essere equilibrati, facilmente leggibili (anche a quello serve la forma), se sono in selezione magari ne vedo 50 o 60 in un giorno, non mi passa più se devo perdermi dietro a certe descrizioni minuziose del lavoro che fate.
Ma non esagerate, se la posizione è di un certo tipo mettermi "ho lavorato nel reparto vendite in tre diverse aziende del settore largo consumo per dieci anni" mi pare riduttivo. Ci facevi le pulizie (sempre senza offesa) o lo comandavi?
Anche non mettere i periodi delle varie posizioni è un pò "sospetto".
Oggi la situazione è migliorata (in parte) grazie ai moduli disponibili che offrono le sezioni e l'impaginazione già fatte. Poi quelli che non sanno usare word mandano le sezioni vuote, ma va così.
La cosa migliore per farvi leggere volentieri è per ogni lavoro 4 parti, periodo/azienda- settore dell'azienda (anche se è la Fiat) - lavoro in breve (area e posizione) - lavoro più in dettaglio, il tutto usando uno stile per ogni parte (combinazione di Grassetto e corsivo) che renda immediatamente leggibile i periodi.
E sempre mettere il periodo completo in una azienda anche se si è cambiato settore, altrimenti a lettura veloce sembrano due aziende.
tipo
1995-2001 Fiat Spa
Costruzione automobili
Tempi e metodi (1995-1999)
Rilevazione tempi e metodi nello stabilimento di Mirafiori sui modelli Pippo Pluto
Qualità (1999-2001)
Responsabile qualità isole montaggio modello Paperino
con poi ulteriore spiegazione nella quarta riga in dettaglio se c'erano collaboratori sottoposti, mezzi utilizzati (software metodi ecc).
Inutile aggiungere che vanno inseriti gli studi fatti ed eventuali interessi (anche qui brevi, poche cose).
Si può non mettere le date di nascita, ma si ricavano dai lavori fatti e dai periodi, ed è un'altra cosa psicologicamente sospetta, vi considerate vecchio/giovane per la posizione.
Volevo farvi qualche esempio di "primo impatto" ne prendo un pò da quelli in entrata.
Questo è ben impaginato, foto a colori, formato europeo, ma a furia di inserire roba (raccontandomi anche che fai le compilation di CD per gli amici) è diventato 5 pagine. E dire che sai redigere correttamente testi scritti perché l'hai imparato facendo il Carabiniere e redigendo i verbali ti dico che non è quel gran plus nella tua carriera.
Operaia, scritto a mano su foglio protocollo
dichiara
le generalitàchiede
di essere assunta.Questo va bene, ben impaginato, lettera accompagnamento intestata nè evasivo nè verboso, sorvola su alcune cose e evidenzia altre ma fa parte del gioco.
Questo breve e sbrigativo ma è un metalmeccanico di produzione medio livello, sono tutti così.
Questo l'ha fatto qualcuno, cinquantenne addetta alle pulizie, scritto bene al computer, con fototessera. Ma buon impegno.
Questo va bene, == a quello di prima, con fototessera.
Questo è difficile da leggere, è un'agente di commercio, manda il CV?
Questo ha scritto a mano di chi è parente sulla presentazione "circolare". E chi se ne frega. Sei un elettricista, io sono un metalmeccanico. L'hai mandato all'elenco che ti ha detto zio senza sapere dove?
Questa poteva mettere qualche spazio o evidenziare in qualche modo le varie esperienze. Usa il PC come macchina da scrivere (l'ho detto sopra, c'è sempre) non sa neanche me si fa a giustificare.
Non so se ho reso l'idea (no ma non posso scrivere un romanzo). Entriamo in qualche dettaglio.
Si tiene sempre conto del titolo di studio e della votazione ma anche e soprattutto di dove si è ottenuto, sia per le superiori (se in zona) sia il periodo. Un conto è una laurea in ingegneria al politecnico di Milano o Torino un conto alla libera università di Valdobbiadene.
E conta l'azienda di provenienza. A Milano è difficile ma qui ai confini del regno, in provincia, se è un'azienda dei dintorni dopo due secondi se hai buona conoscenza della zona sai già dove lavora. E sai se lì c'è gente in gamba o scarsi. C'è un'azienda della mia zona dalla quale verosimilmente, vista l'esperienza, non credo pescherò molto.
Poi si guarda la storia lavorativa. Van bene un pò di cambi se c'è un percorso di crescita, non troppi se no si ha l'impressione di essere davanti al prostituto che fugge con il miglior offerente.
Un cambio dopo due mesi ci sta (non si è trovato bene) tutti cambi dopo due mesi no (lo cacciano o se ne va). Poi dipende anche dalla funzione che si cerca, dal venditore si accettano cambi continui, da altre figure meno.
Esiste un percorso coerente magari anche con un cambio all'inizio? O si passa dal tecnico computer al venditore al muratore e si presenta per un posto da magazziniere (ho fatto tutto mi adatto facilmente).
Fa quello per cui ha studiato o è un laureato in legge che fa l'autista?
Poi si va un pò più in profondità se tutte le parti sopra corrispondono alla famosa griglia e si comincia a soppesare il tipo di esperienza, il posizionamento e le probabili aspettative.
E' uno Junior che cerca di diventare senior o vuole cambiare settore per allargare l'esperienza?
Qui nasce uno dei problemi degli ultimi anni, che meriterebbe un post (magari dopo i commenti), dato il livello di studi, il percorso di carriera che avevo immaginato è interessante per lui? O lo accetta perché è a casa e aspetta un posto migliore?
E se prevedo che se ne andrà mi va bene "usarlo" e spremerlo per il periodo presunto di lavoro tanto poi risolto il problema ci metto uno di livello più basso?
Ecco dove poi ci si trova che spesso i laureati sono penalizzati, hanno aspettative, non amano le piccole aziende e per farli venire li devi strapagare per poi vederli magari fuggire perché hanno trovato (non hanno mai smesso di cercare) di meglio.
Oppure hai 50 CV di laureati, per il posto andrebbe bene un Perito, ma sei un'azienda "appetibile" e quindi ci metti lo stesso un laureato. Se poi è particolarmente bravo lo fai crescere altrimenti si arrangi.
Ecco perché la figura di certi laureati oggi è problematica.
Distanza e collegamenti. Ce la fa a venire a lavorare comodamente o sono lontano (anche commisurato al probabile stipendio) un conto è fare 100 km con auto aziendale per 3000 euro un conto è fare 40 km con la tua macchina per 950.
Un'ultima cosa... firmare "in fede" fa tanto modulo per il comune. Piuttosto meglio ciao, per me.
Da queste e mille altre valutazioni il CV finisce nel mucchietto scartare o prima scelta.
E ricordatevi che se mandate un file Word e avete certe funzioni attive vedo le vostre correzioni ;-)
Le selezioni attraverso le società specializzate a volte prevedono il tipico pacchetto dei tre candidati preselezionati da loro, a volte invece con qualcuna mano a mano che trova persone interessanti ce li manda, comunque non sono mai più di 4 o 5.
Ultima nota (che piacerà ai miei amici del marketing): esportiamo quasi tutto, qui attorno facciamo il fatturato di una gelateria a Cortina la mattina del 7 ottobre eppure facciamo pubblicità locale.
Siamo scemi?
No, ci serve che il nome giri per "motivare" la gente a venire da noi a lavorare, anche il fattore psicologico conta.
Mille euro per lavorare alle vendite alla Coca Cola o 1200 per fare l'operatore cimiteriale?
E allora si promuove il marchio localmente solo per cercare di attirare i migliori.
Segue.
8 commenti:
Perchè, quella che si presenta come "discreta conoscenza della lingua inglese" e poi scrive hobby senza la lettera h iniziale e al singolare quando poi ne dichiara più di uno? O quello che nella sezione hobbies ( e dagli pure con gli hobbies che insomma a parte quella volta che sono andato a fare un "garino" con il Kart con gli amici della GS della Ferrari , che Todt il giorno dopo quando l'ha saputo li ha "cazziati" perchè durante il campionato non voleva che facessero cose che potessero avere come "controindicazione" incidenti o malattie, non penso che debba essere una cosa prorio necessaria per presentarsi ad una azienda) ci ha messo :"..sono un super appassionato di pesca sportiva e mi ci dedico tutte le volte che ho un momento libero..." che me lo immaginavo già alle 17,30 nascosto in bagno con in testa il cappello con appuntate le esche ed in mano canna e retino ad aspettare il suone della sirena? Vabbè, però molto interessante la tua valutazione, non è, caro imprenditore, che avresti voglia di dare un voto anche al mio cv? ;-)
Saluti
Veramente un bel post. Complimenti. Nel 2007 dovrebbero essere cose abbastanza scontate, ma evidentemente non è proprio così. Sarebbe auspicabile lo leggessero in molti.
Un appunto per Omar. Hobby è una parola inglese, non italiana. La grammatica italiana prescrive che quando scrivi in italiano e utilizzi termini stranieri, tu non li debba declinare al plurale, ma che tu debba lasciarli al singolare. Quindi bene fa chi scrive hobby e ne elenca più di uno e male fa chi scrive hobbies.
Ciao
@chimmofafà
La nostra insegnante di inglese la pensa diversamente, tra l'altro ci invita sempre ad evitare di usare termini in inglese quando se può usare l'equivalente in italiano.
A chi devo dare retta?
Anyway, nel mio cv non troveresti nè hobby nè tantomeno hobbies.
Saluti
Omar, faccio solo un esempio:
Da Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/
wiki/Aiuto:Come_tradurre_una_voce
(metti tutto il link in una riga)
"Adattamento di termini stranieri
Norma generale è di lasciare i termini stranieri nella loro forma principale, senza flessioni nominali che seguono una regola estranea alla lingua italiana. Bisognerebbe dunque evitare l'uso delle forme plurali ottenute con l'aggiunta del suffisso -s, così scrivere 'film', non films."
Ma pagine come queste ce ne sono 10.000, basta cercare con goooooogle.
Ciao, e divertiti a riprendere la prof di inglese!
@chimmofaffà
Grazie per la dritta, anche oggi ne ho imparata una nuova. Quello che mi piace della "rete" è anche questo, la possibilità di confrontarsi con altre persone ed imparare da loro nuove cose.
Saluti
P.S.
Ma aldilà della quaestio hobby/hobbies, qual'è il tuo punto di vista su chi inserisce nel proprio CV un paragrafo a proposito?
Io in genere inserisco un paragrafetto, perchè tento di dare un immagine anche di come sono ad di fuori del lavoro. Serve anche al selezionatore per capire in che ambiente di lavoro può inserirmi.
Confermo quello che diceva "chimoffafà" che le paroli in inglese vanno al singolare in italiano, anche se capita di mescolare l'inglese e italiano (a Milano è tipico sentire la parola "mecchare" ).
Volevo approfittare invece per sapere della lettera d'accompagnamento/presentazione, io in genere sono molto stringato (anche perchè in genere uso la posta elettronica per inviare i cv) limitato ad un paio di righe giusto il minimo. Secondo voi sbaglio?
La lettera di accompagnamento è un accompagnamento.
C'è gente che ti scrive il poema, per me, salvo casi particolari, non ha molto senso.
Quello che viene memorizzato e consultato di più è il CV.
beh però perchè se uno se ne va dopo 2 mesi bene se se ne va dopo male ??? cioè secondo me è da stimare molto di più chi resta nonostante si sia trovato male... proprio perchè comunque lavora e intanto cerca qualcos altro e fa un pò di esperienza e ha qualcosa in più da scrivere sul curriculum... se poi se ne va meglio che se ne vada dopo un anno che non dopo 2 mesi..avrà sicuramente imparato di più.. in 2 mesi non sai nemmeno come muoverti...
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