Una volta in una scuola durante un intervento come Confindustria un ragazzo mi ha chiesto "cosa fa un manager?" la mia risposta (che lo disorientò) fu "il pompiere".
Poi gli spiegai che ci sono incendi grandi o piccoli (i problemi) che scoppiano in azienda e il manager corre per organizzare lo spegnimento.
Oltre a questo controlla la conformità degli impianti (l'organizzazione) perchè gli incendi non scoppino.
Noi piccoli imprenditori abbiamo spessissimo tre funzioni: azionista, manager, capo azienda.
L'errore più grande è confondere i ruoli. Appena ho due minuti posto le differenze fra le varie funzioni.
Ma il punto più importante di cui volevo parlare per questo mestiere, il vero punto nodale della situazione è la scelta delle persone. Occorre sapere scegliere le persone e impegnarle in quello che sanno fare meglio (che non sempre è quello che vorrebbero fare).
Se l'azienda va bene è grazie a chi ci lavora, se va male è colpa di chi ne ha la responsabilità.
Si parla molto di coaching ed è la realtà, fare l'imprenditore vuol dire fare l'allenatore.
Occorre scegliere le persone "giuste" per la funzione e l'ambiente di lavoro, istruirle, motivarle, affiancarle, supportarle, sopportarle, fare in modo che si aggiornino.
Se si è capaci di fare questo e si ha capacità strategica l'azienda funziona da sola senza problemi.
[È venerdì] Ho creato un post virale con l’AI
1 giorno fa
1 commento:
Non posso che dichiararmi completamente d'accordo ma sono le "applicazioni" di questo pensiero che mancano. Perlomeno quì in Emilia dove siamo invischiati ancora nel ricambio generazionale esemplificato nelle tre casistiche principali:
- Babbo da pensionare con figli cretini convinti che la capacità imprenditoriale sia una proprietà di famiglia.
- Babbo da pensionare con figli capaci ma ridotti a difendere il fortino dalle iniziative imprenditoriali del babbo oramai suonato ed in preda all'andropausa, esorcizzata a base di slave, viagra e discorsi di figa (no, non di donne, di figa) alla macchinetta del caffè.
- Babbo da pensionare, modello "fasso tuto mi" con figli che, se ci sono, sono a fare i dipendenti da qualche altra parte.
Quindi la gestione delle risorse umane segue un poco la metafora dell'autobus. Quando non posso andare in centro con la mia macchina, leggi "fasso tuto mi", prendo l'autobus e tutt'ora che ho pagato il biglietto son poi a posto, leggi se non ci cavo i piedi lascio la patata bollente in mano a qualcun'altro risolto il problema altro che responsabilizzazione e riconoscimenti si torna velocemente al "fasso tuto mi", altrochè capacità di problem solving, invisible assets etc.
Saluti
Omar
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