domenica 10 settembre 2006

Controeffetti

Andiamo verso il Grande fratello, verso il controllo globale della nostra vita.
Con le carte di credito mi profilano, con le ricerche e le navigazioni web mi profilano, con le carte varie dei supermercati & co mi profilano, da Gucci si sono messi a registrare nominativamente gli acquisti, altri (es Loro Piana) lo facevano già, le società telefoniche sanno tutto di me.

Adesso ci si mette pure l'amministrazione finanziaria che unisce la voglia di cacciare il naso nelle tue cose (conti correnti ad esempio) alla volontà di punirti con la galera se sgarri.
Non bastano le regole sulla 626, la privacy, migliaia di adempimenti fiscali, dichiarazioni, versamenti, comunicazioni. Anche un ciabattino ormai se ha 1 collaboratore part time ha bisogno di una schiera di consulenti e adempimenti che se seri alla fine gli costano più di quanto incassa (incassa, nota, non guadagna) in un anno.

Non c'è che una risposta, effetto già avuto anni fa e che tornerà prepotentemente di moda: la fuga nel nero.
Se rischio la galera per ogni scemata tanto vale chiudere la partita IVA e nascondersi in casa o in garage a lavorare. Se poi sono di una certa età posso anche chiedere la pensione.
Tanto galera per galera, e se non esisto è più difficile trovarmi.

Parrucchiere e sarte in casa quante ne conoscete? Muratori, elettricisti gente che fa piccole manutenzioni (a volte come secondo lavoro)? Piccole aziende edili che non esistono?
Mediatori immobiliari? Giardinieri, camerieri ecc ecc?

Ma non sarebbe meglio, più serio, più equo più reale prevedere un regime semplificatissimo per alcune attività?

L'Italia è il paese dei comuni comunelli e comunetti. Un negozio di alimentari in un paese di montagna di 100 o 200 abitanti (magari quasi tutti anziani) è un servizio pubblico, non una attività economica, non può avere le incombenze e le regole di un negozio in centro a Milano.

Scapperanno, scapperanno molti.

E molti giovani che vorrebbero iniziare non lo faranno, spaventati dalla mole delle regole, dall'invasività di questo stato, dai rischi se va male.
E chi può crescere preferirà rallentare.
E l'evasione aumenta a manetta, proprio per paura delle tasse molti stanno cominciando ad agire preventivamente. L'unico cambio è che prima qualcuno accettava l'assegno intestato a me stesso adesso pretendono i contanti.
E il mio amico avvocato ha il problema di giustificare qualche pratica che ogni tanto mi fa gratuitamente per amicizia!

2 commenti:

Alliandre ha detto...

Mamma mia, mia hai rubato le parole di bocca. Un traduttore in nero non può fare proprio niente, perchè è un lavoro tutto online, tracciabilissimo, ricezione lavori, consegne, incassi... l'unico modo sarebbe tornare all'età della pietra (leggi: scrivere le traduzioni a matita sulla carta, AAARGH!).
Avessi saputo anni fa a cosa andavo incontro mi sarei trovata un tranquillo impiego da segretaria...

Anonimo ha detto...

Negozianti qui dalle mie parti: "visto che il (V)Fisco presume che io sia un criminale, allora il criminale lo faccio davvero. Prima battevo tutti gli scontrini, esatti al centesimo. Ora ne faccio i due terzi, o la metà, e il ricavato "non scontrinato" una volta alla settimana me lo porto in tasca a Chiasso, quando vado a fare benzina, che li costa un casino meno." Diciamo 1000 euri alla settimana. Fanno, contando le ferie, dai 45 ai 50 mila euri all'anno. Moltiplicare per le decine di migliaia di esercenti, negozianti, liberi professionsiti e "cattivi" varii che operano in prossimità del confine. Bell'affare per l'erario, non c'è che dire. I miei complimenti a "Dracula"