venerdì 17 novembre 2006

Finanziaria - piccole imprese

L’hanno scampata con il discorso TFR (per il momento) ma ci sono un paio di cosine interessanti che faranno piacere a molti.

Intanto gli studi di settore sono stati resi validi per le aziende fino a 7,5 milioni di Euro, i vecchi 15 miliardi. Per gli standard italiani non esattamente un “piccola azienda”. Nel settore metalmeccanico sono aziende che si collocano tra i 30 e 40 dipendenti per intenderci.

Aumento delle sanzioni per chi “elude” i dati negli studi di settore. Ormai i commercialisti sapevano dove inserire i dati riclassificandoli in modo differente per far tornare i conti.

Ma la chicca è questa: il risultato dello studio di settore ha valore legale. Prima aveva una presunzione di reddito adesso costituisce prova legale. Pertanto in commissione, tribunale ecc sarà difficilissimo “smontare” l’accusa. Difendersi (lo ricordo, anche per chi è in contabilità ordinaria) sarà difficilissimo.

A questo punto quelli bravi potranno evadere “appoggiandosi” agli studi di settore, quelli in crisi si vedranno costretti a pagare le tasse lo stesso e probabilmente chiuderanno.

Tra l’altro gli studi di settore saranno rivisti più spesso.

Due note personali.

Chi ha visto come si compilano gli studi di settore non può che avere enormi dubbi sul funzionamento degli stessi. Spesso vengono chiesti dati che da noi, con contabilità dei costi molto dettagliata, facciamo fatica a trovare, mi immagino come li compilano i centri servizi delle associazioni artigiani o commercianti: a casaccio.

Altra cosa grave è che, a mio parere, gli studi di settore hanno effetti deprimenti sugli investimenti, contando il fatto che uno ha determinati macchinari per presumere il reddito uno sta stretto e compra solo quelli necessari.

Se il fisco presume che ogni tornio faccia un certo reddito ma io i torni li ho solo per fare manutenzione, che non produce reddito, quando mai compererò, anche se volessi, un tornio in più?

Ho amici professionisti che hanno comperato il portatile in modo privato per evitare che gli spostasse la congruenza degli studi di settore.

Ps per fortuna sono fuori dagli studi di settore, che vuol dire che mi vengono a controllare ogni 2 anni, ma almeno non ho quella menata.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho la fortuna di non essere stato costretto a comprare casa, quindi non ho mutui sul coppino. Ho la fortuna di avere una compagna con un ottimo stipendio, ho la "sfortuna" di non avere figli. Quindi non ho necessità di produrre redditi personali alti, posso progressivamente reinvestire molto nell'ampliamento della gamma di articoli senza che questo produca necessariamente un proporzionale aumento dei ricavi.

Ma paradossalmente a causa appunto degli studi di settore sono costretto a "disinvestire" per rendere le giacenze congrue con i ricavi.

Oltrettutto in merceria ci sono migliaia di articoli che appartengono ai settori piu' diversi. Ingabbiare tutta questa diversità in percentuali di giacenza e in ricavi percentuali per settore e' un vero e proprio rompicapo che costa a me e al mio commercialista parecchi giorni di lavoro.