martedì 19 dicembre 2006

Giornalisti e scioperi

Nel tempo ho più volte illustrato la mia avversione per la categoria dei giornalisti.

Adesso sono quasi sempre in sciopero, un giorno di firma, l'altro in TV, l'altro in radio ecc.
Personalmente (ma io sono strano) mi fa ridere che uno che fa una professione che dovrebbe essere intellettuale e "libera" faccia sciopero (anche) per essere assunto a tempo indeterminato.
Tutti a fare delle belle filippiche su cosa dovrebbero fare gli altri poi, al solito, quando si tratta di se stessi la musica cambia.

Ma guardiamo un pò la situazione dell'informazione in questo paese:
I quotidiani?
A fianco delle corazzate, con ottimi nomi, bravi giornalisti e grande diffusione ci sono i giornali di partito, che ciascuno di noi paga, e in parte potrei essere anche d'accordo se le cifre fossero diverse e se non fosse che più o meno tutti,per prendere i soldi, sono giornali di partito.
Poi ci sono quelli "liberi" tipo il Manifesto che però non sono capaci di mantenere la loro struttura e ogni tot rischiano di saltare.
Al di là della facile ironia sul fatto che è chiaro che dei comunisti duri e puri trovano difficile vivere di mercato e far quadrare i conti, perché semplicemente non riducono un pò le spese?
In fondo in un giornale come quello la maggior parte dovrebbe scrivere gratis per portare avanti la propria idea, mica per (orrore) diventare ricco e borghese, o no?

Ci sono i giornali locali, nella maggior parte dei casi scritti in modo imbarazzante e utili al pettegolezzo locale.

E i contenuti? Ormai anche Corsera e Repubblica sono sempre più vicini a Novella 2000, nella maggior parte dei casi riportano le notizie di agenzia, quelle delle aziende.
Poco giornalismo documentato, di ricerca, quasi sempre commenti e fatti clamorosamente mischiati.
Se uno è un grande investitore pubblicitario difficilmente leggerete qualcosa di negativo. Ma sui partecipanti dei reality show saprete tutto (quello che gli interessa farvi sapere).
E troppo grossi, pieni di nulla, carta e carta gettata via.
Alla fine li sfogli e leggi poco o nulla.

Personalmente per abitudine sfoglio il Corriere (e leggo alcuni opinionisti tipo Ostellino o Panebianco) ma adoro il Foglio (anche lui finto giornale di partito). L'orco Ferrara è l'unico che ha fatto qualcosa di nuovo, esagerato, sguaiato ma sempre sul pezzo e divertente. L'unico che in 4 facciate sa darti l'idea del trend del momento, delle notizie rilevanti. Schierato, ma capace di criticare la parte per la quale parteggia meglio di 1000 altri. L'unico con una visione "globale"
Ultimamente è fissato con lo scontro di culture cristianesimo-islam ma qualcuno ha il coraggio di dirmi che non sarà il problema dei prossimi anni?

E la TV?
L'unico modo è stendere un pietoso velo. Vedo delle cose, le poche volte che la guardo, che da quello che dovrebbe essere il giornalismo sono lontane migliaia di chilometri.
Lingue sempre pronte a leccare chi di dovere, marchette continue, o prevaricazione e subdolo indirizzare il dibattito.
Approfondimenti saltuari e di parte.
Una cosa rivoltante.

Siamo già lunghi, un giorno magari parlo di quelli economici e dei settimanali.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ultimamente è fissato con lo scontro di culture cristianesimo-islam ma qualcuno ha il coraggio di dirmi che non sarà il problema dei prossimi anni?

...esattamente: NON sarà il problema dei prossimi anni... però ci sei andato vicino (fuochino, fuochino...)

P.S.: per quel che conta - e che può interessare - sono cattolico

Forex ha detto...

hai mai letto LIBERO, imprenditore?

Unknown ha detto...

Preso qualche volta.
Feltri non è male (anche se a volte esagera), ma intorno è il vuoto pneumatico.
Almeno quando l'avevo preso io.

Anonimo ha detto...

come scrive Travaglio ormai i giornali sono pieni di opinioni, ma i fatti non li racconta più nessuno

Anonimo ha detto...

meglio la radio, alla mattina c'è la rassegna stampa, rubriche interessanti, il podcast per riascoltare quel che interessa, l'archivio per ripescare le trasmissioni perdute.
davvero non c'è paragone.

Jakala ha detto...

Il problema più grosso è che i giornali dedicano troppo attenzione al mondo della politica, anche perchè i giornalisti che fanno/seguono la politica tendono a fare carriera sia nei giornali sia in tv.
Ecco perchè a seguire i fatti sono rimasti i tirocinanti o i cocopro

C'è anche da dire che i giornali non sono fatti per vendere copie e guadagnare, ma per gestire il potere vedi le vicende di RCS

Unknown ha detto...

L'impressione mia è che i giornalisti siano soprattutto autorferenziali.
Solo un giornalista ha il tempo di leggersi tutti i giornali.
Sono un club che si sostiene a vicenda.
E si parlano addosso alla grande.
Come tutti in tutti i settori, solo che loro lo fanno pubblicamente e a noi tocca spesso sopportalo

Anonimo ha detto...

La mia precarietà è la tua disinformazione, scoreggina fascistoide...
mamma mamma che blog del cazzo....

Unknown ha detto...

Dalla proprietà di linguaggio e l'apertura mentale un precario giornalista, suppongo.
:-)