Prendo spunto da un commento di Duca e da una conversazione avuta.
Sembrerà strano, ma le banche stanno cominciando ad avere il problema di riuscire a prestarli, i soldi...
Basilea 2 al contrario di quanto si dice per i migliori libererà risorse da destinare a prestiti.
Il problema è che come mi è stato detto ieri sera le aziende sane e in crescita nella maggior parte dei casi non hanno bisogno di soldi. Chi mi parlava il sistema banche lo conosce ottimamente e mi diceva appunto che dalle statistiche si nota che hanno elevato bisogno di credito le aziende che stanno diventando marginali sul mercato (quindi più a rischio).
Le aziende sane, ben gestite e in crescita invece lavorano con autofinanziamento, buoni flussi, adeguata capitalizzazione e un bisogno di prestiti bassissimo.
Il sistema industriale sta cambiando, se ne sono accorte anche Mediobanca & Co, non a caso gli ultimi rapporti cominciano a prendere in considerazione anche le medie aziende tra i 50 e i 300 dipendenti, e ne parlano bene.
Evidentemente mentre ai piani alti si faceva un gran parlare del nanismo delle imprese italiane nei garage c'era gente che si tirava su le maniche, che girava il mondo, che investiva e che ha creato ottime aziende, che crescono e operano bene nel turbolento mercato internazionale.
Anche le banche negli ultimi anni si sono riorganizzate, vi assicuro che non sono più quelle di dieci anni fa.
L'esempio tipico è quello della ripartizione del rischio, una volta il massimo per il direttore era finanziarti per il 10% delle tue necessità con altre dieci banche per ripartire il rischio.
Oggi mi trovo gente davanti che mi chiede un progetto e a cosa servono i soldi, se gli pare equilibrato mi propone di finanziarmi al 120% del mio progetto, comprendendo magari il circolante necessario.
Portroppo, lo dico spesso, la differenza culturale di chi si occupa di corporate in banca e coloro che spesso si trovano davanti sta diventando imbarazzante per la mia categoria.
E come per le imprese, non si confonda quello che si legge sui giornali ogni giorno relativo a lotte di potere ai vertici con il lavoro di migliaia di persone nelle singole filiali impegnate a far funzionare il meccanismo mentre (giustamente) i vertici si occupano dei grandi progetti.
La verità è che i soldi ci sono, tanti e a buon mercato, ma i miei colleghi, nella maggior parte dei casi, non sono capaci di "comperarli". Non hanno l'abitudine e la forma mentale per ottenere buoni risultati in questo campo.
Sono troppo spesso incapaci di preparare non complessissimi budget (che a volte comunque ci vogliono) quinquennali di staliniana memoria, ma quattro semplici righe dove ci sia scritto quello che serve al bancario per decidere.
E troppo spesso confondono le loro idee confuse o i loro sogni con un business potenziale e poi si lamentano dicendo che le banche non li finanziano.
Quando non danno giornalmente prova di unire capacità di prodotto ad incapacità gestionale per poi lamentarsi della burocraticità delle banche.
Insomma i soldi ci sono, abbondanti, ancora a buon mercato. Sono le idee che mancano.
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1 commento:
Ancora una volta concordo completamente con la tua visione. In questo caso oltre alla passione ci metto anche le mie conoscenze professionali e le mie esperienze....tutto mi fa dire che hai ragione, spesso la mancanza di conoscenza finanziaria di tanti piccoli e medi imprenditori è imbarazzante.
Qui però entrano in ballo i consulenti. Io ho conosciuto imprenditori intelligenti che sapevano come utilizzare la consulenza per raggiungere i loro obiettivi anche nei campi in cui erano incompetenti. Ma l'intelligenza è anche conoscere i propri limiti e saper delegare ad altri per poi controllarne i risultati.
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